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CIRCO MARTIN, BRAMBILLA: “UN INFERNO PER ANIMALI, INTERVENGA LA MAGISTRATURA”

Pubblicata il 2 Aprile 2014

“Il circo Martin è un vero e proprio inferno per gli animali che vi sono sfruttati. La Procura di Cagliari, competente per territorio, valuti con attenzione i nuovi elementi d’indagine a sua disposizione e provveda al sequestro degli involontari protagonisti di spettacoli barbari, crudeli e anacronistici”. Lo chiede l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente, intervenendo sul caso del circo Martin, attualmente attendato in Sardegna, ma da tempo oggetto di varie denunce per le condizioni in cui l’impresa circense utilizza e detiene gli animali.

“Lo sfruttamento degli animali nei circhi – sottolinea l’ex ministro – è purtroppo ancora lecito in Italia, a differenza di quanto avviene in molti paesi europei ed extraeuropei. Ma con regole e limiti individuati dalla legge. Nel caso del circo Martin – incalza l’onorevole – lo spettacolo è particolarmente squallido: tigri in groppa ad un cavallo, grandi felini legati a corte catene e confinati in piccole gabbie, orsi costretti a testa in giù. Maltrattamenti sugli animali e violazioni delle misure di sicurezza sono documentate da anni di investigazioni e dettagliate segnalazioni, autorevoli pareri scientifici, video forniti alle autorità competenti. Non può passare l’idea che, prima della salute degli animali e della sicurezza di operatori e visitatori, vengano le esigenze del circo, autorizzato a tutto solo perché deve far spettacolo. Confido che la Procura vorrà considerare attentamente tutto il materiale ed intervenire di nuovo, come ha fatto nelle settimane scorse. Vorrei inoltre ricordare che i circhi hanno accesso a contributi pubblici: denaro di tutti i cittadini, anche di quelli, la stragrande maggioranza, contrari allo sfruttamento degli animali sotto i tendoni”.

L’on. Brambilla ha presentato alla Camera un progetto di legge che vieta alle imprese circensi e dello spettacolo “l’allevamento, la detenzione, anche ai soli fini espositivi, l’addestramento e l’impiego di animali a scopo di lucro e per l’esposizione o lo svolgimento di attività di intrattenimento che comportino condizioni di stress per gli animali”, detta norme per la ricollocazione degli animali dei circhi in “strutture zoologiche fisse, appositamente individuate” e subordina l’erogazione dei contributi pubblici del Fondo unico dello spettacolo “alla presentazione della documentazione attestante il non impiego di animali o un comprovato impegno in tale direzione”.

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