“Il voto di oggi merita davvero di essere definito “storico”: un risultato per cui ringrazio le colleghe e i colleghi dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, che ho l’onore di presiedere, per l’impegno profuso per la stesura e la calendarizzazione di questo testo di riforma costituzionale. Qualcuno – anche autorevoli commentatori e costituzionalisti – ha detto che non c’era urgenza, o addirittura che non c’era bisogno di inserire in Costituzione, tra i principi fondamentali, la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali, perché l’art.9 così com’è ha già consentito alla giurisprudenza costituzionale di evidenziare che questi valori sono comunque garantiti. A me pare invece che non possiamo contare sempre e solo sull’indubbia saggezza dei nostri padri e madri costituenti. Siamo in grande ritardo: le esigenze alle quali stiamo rispondendo adesso erano già sentite fin dagli anni Novanta e ben prima, come attesta il dibattito che si è sviluppato qui da noi negli ultimi decenni e che in Germania, per esempio, ha dato per tempo frutti concreti: al 1994 risale l’emendamento costituzionale che in quel paese sancisce la tutela dell’ambiente, con la bella precisazione, ripresa dal testo al nostro esame, “anche nell’interesse delle future generazioni” e al 2002 quello che prevede lo stesso per gli animali. Aggiungo che nel testo tedesco, più precisamente, si parla di “responsabilità” verso le future generazioni. “Responsabilità” è la parola chiave. Noi italiani ci avviciniamo alla mèta del riconoscimento costituzionale quando tutto ormai, intorno a noi, ci parla degli errori e degli abusi che gli uomini hanno compiuto come “responsabili”, o dovremmo dire “irresponsabili”, dell’arca planetaria: gli effetti ben misurabili del riscaldamento globale, le pandemie (meglio pensarle al plurale) generate dall’invasione umana di ogni habitat in quello che giustamente è stato definito “antropocene” (era dell’uomo) o ancora, per restare a casa nostra, le tragedie ambientali dell’amianto o dell’Ilva e perfino la lotta quotidiana contro i rifiuti che si accumulano sotto casa. Inoltre, sfugge ai più, non si sa se per dimenticanza o per irresponsabile scelta, che un’importantissima parte dell’inquinamento deriva dalla filiera degli allevamenti intensivi. Enorme è lo spreco di acqua necessaria per produrre un chilo di carne da consumare, indecenti sono le condizioni in cui vengono tenuti gli animali negli allevamenti intensivi e la conseguente gestione dei reflui. In Italia si tratta della seconda causa di inquinamento da “polveri fini”, responsabili dello smog più di automobili e moto e più dell’industria. Dunque, non siamo noi che decidiamo di tutelare la natura, è la natura che ci dice “basta”. Con le modifiche agli art.9 e 41 finalmente ne prendiamo atto e facciamo della tutela dell’ambiente e degli animali un “obiettivo” della nostra Repubblica: questo ci aiuterà a cambiare davvero. La giurisprudenza costituzionale ha ben evidenziato che l’ambiente deve intendersi come valore in sé, al di fuori di una prospettiva antropocentrica: precisamente in quest’orizzonte si colloca la specifica previsione della tutela degli animali introdotta con il secondo periodo del comma aggiuntivo all’articolo 9. Diverse possibili formulazioni del testo sono state considerate durante il dibattito parlamentare. Noi avremmo preferito quella che riprendeva il riferimento agli animali come esseri senzienti, contenuto nell’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE). Ma l’importante era far passare, per la prima volta, il principio del riconoscimento costituzionale degli animali, sia pure prevedendo che la legge dello Stato ne disciplini i modi e le forme di tutela. Onorevoli colleghi, già un filosofo antico diceva che la stirpe umana appartiene alla stessa famiglia degli animali, perché “gli elementi costitutivi sono gli stessi per tutti” e della stessa natura è l’anima, anche se con capacità diverse. A questi nostri fratelli minori riconosciamo dunque, esplicitamente, la tutela che meritano”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla (FI), presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, è intervenuta in dichiarazione di voto sulla proposta di legge costituzionale che modifica gli articoli 9 e 41 della Costituzione, approvato questa sera dalla Camera dei Deputati in prima lettura.
Il video integrale dell’intervento dell’on. Brambilla è visibile su YouTube al link https://www.youtube.com/watch?