ANIMALI, ALL’INTERGRUPPO PARLAMENTARE IL “CASO SNOOPY”. ON. BRAMBILLA: “BASTA IMPUNITÀ”

Inasprire le pene per i reati di maltrattamento e uccisione di animale o intervenire sull’istituto della sospensione del processo con messa alla prova per evitare casi eclatanti di impunità, come quello che ha riguardato il responsabile della morte di Snoopy, il cane ucciso tre anni fa a Livorno solo perché abbaiava: il colpevole, reo confesso, se l’è cavata con qualche mese ai servizi sociali e l’estinzione del reato. Le due ipotesi sono state discusse dall’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, che si è riunito ieri, a palazzo Madama, sotto la presidenza dell’on. Michela Vittoria Brambilla, proprio per ascoltare Arianna Lucisano, figlia del proprietario di Snoopy, e Francesca Sorcinelli, educatrice professionale esperta delle relazioni tra abusi a danno degli animali e crimini violenti contro le persone.

Afferma l’ex ministro, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente: “Episodi di questi giorni, come il caso della cagnetta che il proprietario avrebbe voluto annegare nel Trapanese, mostrano che è necessario porre fine al clima di sostanziale impunità che circonda i reati a danno degli animali. Pene edittali troppo basse fanno scattare istituti come il proscioglimento per tenuità del fatto o la sospensione del processo con messa alla prova e di fatto cancellano la sanzione penale. Se il governo intende cambiare rotta, noi siamo pronti al confronto sulle proposte di legge in materia già presentate”. Nel dibattito, tra le altre, sono intervenute le senatrici Sbrana e Marin (Lega), De Petris (Leu), Cirinnà (Pd) e Giammanco (Fi), l’on. Prestipino (Pd).

“Il maltrattamento di animali nello stile zoosadico – ha spiegato all’intergruppo la dottoressa Sorcinelli – non è mai da interpretare come fenomeno isolato bensì come anello integrante la violenza interpersonale ed il crimine in genere, per cui è importante che i soggetti con questo profilo siano dichiarati socialmente pericolosi”. Il loro percorso riabilitativo, ha aggiunto, “non può contemplare” volontariato in contesti dove ci sono animali, né a maggior ragione il possesso di animali, ma “non può neppure ridursi ad un pubblico servizio” in un qualsivoglia contesto prescindendo “dall’esigenza di ricostruire una “sana” aggressività con normaii freni “inibitori e regolatori”.

Insomma, conclude l’on. Brambilla, “non solo i crimini contro degli animali vanno considerati in tutta la loro gravità e puniti di conseguenza, ma rappresentano anche un campanello d’allarme che, se correttamente inteso, può aiutare ad interrompere per tempo future carriere criminali e a recuperare con successo soggetti che altrimenti potrebbero nuocere a se stessi e agli altri”.

SNOOPY – LA STORIA

La storia di Snoopy, che ha avuto ampio risalto sui media, mostra a quali storture può condurre l’applicazione ai reati contro gli animali dell’istituto della messa alla prova. Ecco come l’ha riassunta all’intergruppo la figlia del proprietario, Arianna Lucisano.

La mattina del 4 agosto 2015, mentre il proprietario accompagnava al lavoro la moglie, Snoopy fu ucciso sul balcone di casa da un colpo di carabina modificata. Le indagini dei carabinieri hanno rapidamente portato all’identificazione del presunto colpevole, che confessò tre giorni dopo il fatto. Il 25 maggio 2016 il gip lo ha rinviato a giudizio “per aver ucciso con crudeltà e senza motivo, all’interno di un disegno criminoso…prima un piccione e poi un cane… di nome Snoopy.” L’ 11 luglio 2017, durante la seconda udienza, il difensore dell’imputato ha anticipato che avrebbe chiesto la “messa alla prova” per il suo assistito. Evidentemente a tale scopo, quest’ultimo aveva iniziato un “percorso di riabilitazione” in un centro per uccelli feriti, che la signora Lucisano è riuscita ad interrompere segnalando la situazione ”impropria” al presidente nazionale della Lipu Fulvio Mamone Capria e al direttore Danilo Selvaggi.

Il 12 settembre, nonostante il parere contrario delle parti civili, il giudice ha accolto la richiesta e sospeso il processo riservandosi di valutare l’esito di 8 mesi di prova nei servizi sociali, poche ore al giorno, presso l’SVS di Livorno (come autista di ambulanza), e presso l’ARCI con mansioni di segreteria. Il 12 giugno 2018, dopo aver ricevuto una relazione “positiva” di 14 righe, il magistrato ha dichiarato estinto il processo: per l’uccisore di Snoopy, libero e senza conseguenze sulla sua fedina penale, è come se il fatto non fosse mai accaduto.

Non così per la famiglia Lucisano, per le associazioni animaliste che ne hanno costantemente supportato la proteste (in primis la Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente), per molte delle autorità, anche politiche, che si sono interessate a questa inquietante vicenda.