“Legga. Legga le lettere che mi spediscono i cittadini. Raccontano del gatto impallinato nel giardino di casa, dell’incubo di sentire i colpi delle doppiette che sparano dai capanni a pochi metri dalla villetta. E di una bimbetta di due anni che non può più giocare in terrazza, perché piovono pallini. Ne ricevo a centinaia di denunce così. Mi chiedono di intervenire”, mostra le e-mail dì supplica il ministro al Turismo, Michela Brambilla.
E lei interverrà?
“Certo. Come si può restare a guardare? È inaudito che i cacciatori possano entrare nella tua proprietà per dare libero sfogo al proprio divertimento. La legge attuale, la 157 del ’92, permette addirittura che possano sparare fino a 100 metri di distanza da abitazioni, fabbriche ed edifici adibiti a luoghi di lavoro. Noi vogliamo interrompere questo scempio. Via le doppiette dai fondi privati”.
Oggi il proprietario di un terreno non può impedire che vi si entri per attività venatorie a meno che non sia recintato e delimitato da cartelli bene evidenti di cui abbia fatto richiesta. Cosa intende fare?
“Stiamo appunto lavorando sull’articolo 27 della legge. Un’indicazione emersa nell’ultima riunione del Comitato per la creazione di un’Italia Animai Friendly istituita presso il mio ministero. L’unico, le faccio notare, dove cani e gatti possono entrare”.
Da dove proviene la sua vocazione animalista?
“Fin da piccola ho convissuto con gatti, cani, pecore, galline. I pulcini pigolavano in soggiorno, i conigli giravano nella mia stanza. Mai assaggiato selvaggina”.
E nel governo tifano per lei?
“Certo è che non ci sono cacciatori. Calderoli? Macché, aveva perfino un orso. E neppure Galan. Il fronte è compatto e trasversale”.
Margherita De Bac, “Corriere della sera”, 19 settembre 2010