“Michela Vittoria Brambilla ha sicuramente una cosa in comune con Silvio Berlusconi: i ritmi di lavoro vertiginosi. Figurarsi in giorni come questi nei quali si stanno definendo i dettagli della partecipazione alla “madre di tutte le battaglie” politiche: le elezioni. Guarda caso, a tarda sera la presidente dei Circoli della libertà è reduce dall’ennesima riunione con il Cavaliere.
State decidendo se alle elezioni i candidati dei Circoli confluiranno in una lista unica sotto il nome di Pdl, se andranno in una lista di Forza Italia, o se ci saranno due liste distinte di Fi e del Pdl?
«Finché non si conosce la data delle elezioni è una decisione che non possiamo prendere, il percorso del Pdl è legato al fattore-tempo: siamo persone serie, non è che si può costruire un progetto simile in due mesi. Decideremo con Berlusconi che è stato ed è l’ispiratore, anzi qualcosa di più, del nostro movimento».
Avete già messo in moto la macchina elettorale o state aspettando la decisione di Napolitano?
«Il capo dello Stato ha il diritto di prendersi il tempo per riflettere. Anche se di tempo se n’è perso già troppo con questo governo. Posso dire che Berlusconi è molto fermo sulla sua linea».
Non è solleticato dall’idea avanzata da Giuliano Ferrara, di un governo a tempo PD-FI guidato da Veltroni con Gianni Letta vice?
«Non credo molto in un’ipotesi del genere».
Si dice che per lei sia pronto un posto da ministro.
«È proprio l’ultimo dei problemi. La nostra politica è contro le spartizioni di poltrone, si figuri. Non sono mai stata alla ricerca di poltrone. Do tutto il mio impegno, e basta: vogliamo cambiare il modo di fare politica».
Circolano sondaggi che vi danno sopra un’ipotetica soglia del 5%, e il grado di popolarità di Michela Brambilla è al 90% mentre il grado di fiducia è poco sotto il 50%. È vero?
«Non mi piace parlare di sondaggi».
Ma se sono il pane quotidiano di Berlusconi…
«Ma lui è Berlusconi… A parte gli scherzi, sono molto soddisfacenti quelli relativi ai circoli, che per me sono i più importanti».
È sicura che i Circoli non sottraggono voti a Forza Italia?
«Forza Italia era, è e rimarrà sempre per noi un importante punto di riferimento. La nostra iniziativa tende ad allargare ancora di più il già grande consenso che questo partito raccoglie intorno al grande schieramento di centrodestra».
E non sottraggono voti al resto del centrodestra?
«Le adesioni al nostro movimento sono molto trasversali e abbiamo anche un considerevole numero di associati che alle scorse elezioni politiche ha votato per il governo Prodi».
Perché un partito in più, proprio adesso che i cittadini vogliono invece un minor numero di partiti?
«Siamo nati per dar luogo al Pdl, che non è un partito in più ma sono tre partiti in meno».
Anche se si dovesse andare alle elezioni, il referendum si dovrebbe lo stesso svolgere tra un amo: non rappresenterebbe una mina per il futuro governo?
«Guardi, il centrodestra porterà a casa talmente tanti voti da poter subito impostare nella giusta direzione quella riforma della legge elettorale che questa sinistra, per le sue enormi contraddizioni interne, non ha saputo o potuto realizzare. Se si va al voto, molte cose cambieranno al punto che probabilmente non ci sarà più bisogno del
referendum.
Dopo le tensioni di due mesi fa, come pensate di garantire un centrodestra che non si frammenti una volta al Governo?
«Difatti io ho proposto una cosa assai semplice: che i partiti del centrodestra stavolta facciano non solo un contratto con gli italiani ma anche un contratto fra di loro, cioè un impegno solenne preso durante la campagna elettorale a realizzare nei primi cento giorni di governo il programma su cui hanno raggiunto un’intesa. E dovrà essere un’intesa anche sui minimi dettagli in modo che non nascano più ripensamenti o distinguo».
Berlusconi dice: nella prossima coalizione non ci saranno personalismi, a scanso di “ricatti” politici e condizionamenti. Magari pensa al piccoli partiti creati attorno a un leader: ma anche i Circoli nascono attorno a un “personalismo”, il suo, o no?
«I Circoli hanno un solo obbiettivo: quello di contribuire al cambiamento del modo di fare politica. Che è poi quel che oggi chiede l’85% dell’elettorato. Le sembra un personalismo?».
Che ruolo conta di avere il suo movimento a livello regionale e locale? Un altro partito del centrodestra o una confluenza con Forza Italia? E si presenterà sempre e dovunque?
«Prenderemo le decisioni di volta in volta, a seconda delle situazioni. Stiamo già lavorando a nostre liste, poi si vedrà se in certe realtà presentarci come lista civica, e in altre lavorare con il resto del centrodestra. Ci saremo comunque, stiamo selezionando le persone che dovranno concorrere cercando nella società civile chi abbia professionalità e onestà intellettuale».
Quando conta di prendere “contatti diretti” con il Nordest?
«Giovedì 7 febbraio sarò al Centro Papa Luciani a Padova, per il primo Meeting dei Circoli del Veneto. Non c’è dubbio che, nel centro nord, stia maturando più rapidamente il dissenso verso la vecchia politica: per questo, qui, il nostro consenso è maggiore» ”
Il Gazzettino, 30/01/08