“Milano, settembre. Brambilla Michela Vittoria è in Costa Azzurra. Ma la delfina che Berlusconi ha lanciato in mare aperto, il mare lo vede sì e no dalla terrazza e tiene a Mentone ritmi e fuso orario della sua laboriosissima, brianzola Calolziocorte.
BMV al suo ammirato Silvio piace proprio perché è come una BMW: sgomma e accelera e guarda solo distrattamente nello specchietto retrovisore quei suoi primi 40 anni fatti di Miss Italia e gambe da pubblicità, intuizioni imprenditoriali (ramo prodotti ittici) e sorpassi verbali a Porta a porta o Ballarò.
Solo perché è anche lei giornalista e sa cosa interessa alla gente non ti manda al diavolo se controlli i dati biografici e biometrici («1 metro e 72, 55 chili, taglia 40: corretto»), se fai il censimento del suo zoo domestico («ok: 14 cani, 24 gatti, 7 capre, 2 asini, 4 cavalli, 300 piccioni e 3 galline») e se vuoi far chiarezza sul mistero dei misteri: i capelli. Scrivono rosso Tiziano, rosso vivo, rosso fuoco, rosso Fanta (nel senso dell’aranciata)… «Rosso ramato, garantisco!».
Ora che è quasi nei giri che contano, quando serve sa mettere da parte la naturalezza e l’irruenza che l’hanno resa celebre. La sua grinta ha incuriosito la Süddeutsche Zeitung, El Pais, il Times, il Daily Telegraph, il Guardian, che l’ha presa in giro per certe vaghe idee sull’Iraq, e con tutti ha saputo diplomaticamente frenare e aggirare gli ostacoli. Come quando chiedi nomi e cognomi di chi non sopporta: «Non è nel mio stile dare pagelle né a destra né a sinistra. Rispetto il lavoro di tutti e mi auguro che gli altri possano fare altrettanto nei miei confronti». Capirai: almeno finché Berlusconi non l’ha benedetta e si è fatto regalare il marchio del Partito della Libertà, da lei registrato in sede europea con il numero 006203012, anche nel centro destra l’hanno definita «fenomeno mediatico», «berluschina in tailleur corto e tacchi alti», «pescivendola». Lei ride, parla di «diffidenze chiarite» e chiede di andare al dunque.
Dunque, nove mesi fa, proprio a Oggi, disse di «voler creare un movimento prepolitico che possa poi sfociare in qualcosa di più nel prossimo futuro». Detto, fatto: in nove mesi il bambino è nato, il Partito della Libertà è il suo secondo figlio, dopo quello naturale, e già strilla e sgambetta e a qualcuno da fastidio. Ma cos’è questo nuovo partito?
«La politica, per adeguarsi alle nuove e sempre più pressanti esigenze di un Paese che sta rapidamente cambiando, non può pensare solo al contingente ma deve anche saper guardare oltre la linea d’orizzonte, maturando idee che possano rappresentare, per il futuro, una valida prospettiva».
Cioè?
«L’idea di un Partito della Libertà, coniata non da me ma dal presidente Berlusconi, mi pare sia appunto una di queste. Se, quando e come questa idea, che non ha alcun intento prevaricatore nei confronti dei partiti oggi esistenti, si potrà materializzare è ancora tutto da verificare. Un fatto però è certo: è il Paese oggi a chiedere che la politica dia risposte nuove e sia capace di riformare uno Stato che, così com’è, rischia, sotto il profilo sociale ma soprattutto sotto quello economico, di non avere più reali prospettive di sviluppo».
Ammetterà che un sacco di italiani, stufi di sigle e di risse interne agli schieramenti, alla notizia del deposito del marchio Pdl, sono sbottati: «No, un altro partitino no!».
«I Circoli della libertà non sono un partito (e non so se mai lo diventeranno) ma un libero movimento che, a porte aperte, cerca di aggregare e di rappresentare gli interessi di tutti quei cittadini che, a destra come a sinistra, stentano oggi a riconoscersi soprattutto nella politica che sta portando avanti l’attuale governo. Non mi pare che, in questo, i Circoli abbiano commesso alcun reato di lesa maestà».
C’è chi dice che il Pdl sia l’ennesima turbata di Berlusconi: per prendere voti non tra gli scontenti di Prodi ma tra chi, dal precedente governo di centrodestra, non ha avuto più sicurezza, più strade, più efficienza nella scuola e nella sanità. E non sa chi votare… Lo stesso leader di FI avrebbe detto: «La Brambilla vale il 4 per cento».
«Non gioco al Lotto e penso che discorsi del genere, in politica, non abbiano oggi molto senso. L’unica cosa che so è che i cittadini esigono dalla politica risposte più chiare di quelle che fino ad ora essa è riuscita a dare e soprattutto tre cose: riforme che siano vere riforme e che siano funzionali alla creazione di uno Stato finalmente più moderno ed efficiente, ripristino della legalità, servizi che funzionino. Non basta più che la politica prometta, deve cominciare a fare».
Crede che Fini, Casini e Bossi (e i loro apparati) faranno un passo indietro e sposeranno il progetto B&B, Berlusconi-Brambilla? Se passa il referendum, qualcuno dice che possa convenire…
«I leader che ha citato sono persone serie e stanno svolgendo un ruolo che considero assai importante. La sigla di cui lei parla è, invece, soltanto gossip. La politica non si fa parafrasando una marca di whisky».
Questa estate abbiamo visto Prodi in bicicletta, Berlusconi vestito da John Travolta, Casini in spiaggia, Mastella sullo yacht di Della Valle… E lei che cosa ha fatto?
«Ho diviso tutto il mio tempo tra il lavoro e il mio bambino di due anni e mezzo. Giorno e notte. Ha forse visto qualche foto della “rossa” su qualche yacht o su qualche spiaggia alla moda? Se saltasse fuori sarebbe un fotomontaggio, perché io non mi sono mai mossa da casa mia, se non per viaggiare in auto e prendere aerei».
Un sacco di lavoro ad animare i Circoli da lei fondati. Lei dice che siano 5 mila. Chi è andato a suonare i campanelli e ne ha scritto sul Diario e l’Unità sostiene che sia tutto un bluff.
«Per il Diario è stato purtroppo l’ultimo scoop visto che il settimanale da questa settimana chiuderà i battenti. E poi sa cosa le dico? Noi non dobbiamo dimostrare niente a nessuno perché chi sta lavorando in questi Circoli, che sono già molte migliaia e si incontreranno a Roma in ottobre, conosce bene la verità. Sono la voce dei cittadini oppressi, gente di tanti partiti e anche fuori dai partiti che dal governo Prodi non ha avuto niente. Che qualcuno da sinistra cerchi di denigrarci è il segno della nostra forza».
Tra dodici mesi, il Pdl, il suo bambino, che faccia avrà al suo primo compleanno?
«Non ho la palla di vetro. Spero solo che tra un anno Prodi non sia più a Palazzo Chigi e saranno in molti a stappare lo champagne. Di fatto saranno Berlusconi e i leader di partito a concretizzare, se lo vorranno, questo progetto di unità che è già concreto nei nostri Circoli».
46 italiani su 100 (sondaggio Ispo) dicono che se lo Stato spende male i nostri soldi, be’, è giusto pagare meno o evadere tutto. Il fìsco è un suo campo di battaglia: cosa ne dice?
«Le tasse vanno pagate. È anche vero però che è diventato insopportabile uno Stato che, incassando 100 euro da un cittadino, gli restituisce, sotto forma di servizi, non più di 15 euro. Il problema è tutto qui e poi ci si meraviglia che milioni di famiglie e centinaia di migliaia di imprese siano all’esasperazione».
Ma il tesoretto, cioè l’aumento delle entrate fiscali, dipende dal fatto che Visco ha aumentato le imposte o perché ha fatto la faccia brutta e molti evasori hanno più paura e pagano?
«Chi sa fare i conti, sa bene che le maggiori entrate di quest’anno sono derivate dalla politica fatta dal precedente governo. Prodi, invece, ha saputo solo gonfiare la spesa pubblica in modo spropositato senza riuscire, in cambio, a dare al cittadino né più sicurezza né migliori servizi».
Lei proprio si incavola ogni volta che escono le tabelle degli evasori e nel mirino finiscono i commercianti, che lei, come presidente dei Giovani di Confcommercio, difende. Ma allora chi evade? E come si potrebbe far pagare tutti per pagare tutti meno?
«Non ho mai giustificato, in alcun modo, gli evasori. Però lo Stato la deve smettere di trattare i cittadini come sudditi da spremere come limoni».
È d’accordo con la rivolta fiscale proposta, con diverse sfumature, da Tremonti e Bossi?
«Guardi che la protesta contro le tasse e contro l’oppressione fiscale, che raggiunge il 50,2 per cento del Pil, sta diventando difficile da contenere. E forse sarebbe anche sbagliato contenerla. È giusto che i cittadini esprimano come credono il proprio dissenso. Serve una completa riforma fiscale e il nostro centro studi ci sta lavorando da mesi».
È vero che dorme tre ore per notte?
«Sì, e allora?».
Dirige un’industria di trafilati, ha due imprese di allevamento e commercio di salmoni, gli impegni associativi di Confcommercio, un giornale, la Tv, ora la politica. E poi un compagno e un figlio e, infine la passione per cani e cavalli: è Wonderwoman?
«Sta a vedere che è un reato stare sveglia, per completare tutto il mio lavoro, fino alle tre del mattino. Pensa che sarò indagata per questo?».
No, anzi, e scusi se non ho risposto alla sua mail arrivata all’1 e 16 della notte. Posso farle una domanda-giochetto? Immaginiamo che la nuova riforma elettorale preveda che possano andare a Palazzo Chigi solo le donne con i capelli rossi; lei stravince nonostante Rosy Bindi e Stefania Prestigiacomo abbiano passato la campagna elettorale dal parrucchiere. Qual è la prima cosa che fa, una volta preso il potere?
«Non mi piacciono le fiabe. Mi limito a raccontarle al mio bambino quando lo metto a letto».”
Oggi, Livio Colombo, 12/09/07
