Di seguito l’intervento del ministro del Turismo, on. Michela Vittoria Brambilla, sul quotidiano “Il Tempo” del 17 gennaio:
Il turismo religioso rappresenta un’occasione straordinaria di crescita spirituale e ha un ruolo decisivo per il futuro dell’intero comparto turistico ed economico del nostro Paese.
È infatti importante che tutti coloro che viaggiano prediligendo anche itinerari religiosi, possano visitare le numerose località del territorio che, anche sotto il profilo storico e monumentale, sono di grande prestigio e non ancora del tutto conosciute al grande pubblico. Insomma un mix di arte, cultura, storia e religione che può dare non solo buoni profitti al turismo ma che deve anche far riscoprire valori e tradizioni che si stanno perdendo e che, invece, devono essere preservati per tutelare le radici profonde che stanno alla base della nostra storia. Valori vivi, carichi di futuro che sono sentiti soprattutto dai più giovani.
È grazie a questo tipo di offerta che il turista può, da un lato, arricchirsi di straordinarie e inedite emozioni e, dall’altro, accrescere il bagaglio delle sue conoscenze.
In un mondo in continua e convulsa trasformazione, il rischio di perdere la propria identità dimenticando le proprie radici, è ormai divenuto per molti una costante. Ma senza radici, senza storia, senza uno spessore spirituale, è difficile costruire le basi del proprio futuro.
Considerando che il turismo religioso muove mediamente 330 milioni di turisti ogni anno, generando una spesa turistica stimata sui 18 miliardi di dollari, di cui 4,5 spesi nel nostro Paese, mi sembra di poter dire, senza dubbio alcuno, che investire sul turismo dello spirito è anche un buon investimento per tutta l’economia italiana.
Pensiamo al progetto sul quale stiamo lavorando con passione e impegno legato alla via Francigena. Solamente in Toscana, l’itinerario prevede un percorso di 400 chilometri regolato da un piano regionale che individua le infrastrutture da realizzare, tutte a impatto ambientale zero, così da garantire la giusta visibilità all’antico sentiero di pellegrinaggio.
In questi mesi i nostri uffici hanno iniziato a contattare per questo straordinario progetto oltre alle Regioni, alle Province e ai Comuni interessati, anche i parchi nazionali, le comunità montane, le associazioni di categoria, un lavoro che si sta, giorno dopo giorno, sempre più consolidando.
Ottocento anni di storia verranno riportati alla luce seguendo un itinerario che prevede numerose tappe nelle quali i viaggiatori potranno fare sosta per ammirare chiese antichissime, conoscere le nostre radici cristiane, i nostri valori cattolici ma anche per godersi la magia della natura e del paesaggio. Proprio come i pellegrini secoli fa.
Il Master Plan a cui si sta lavorando si propone di competere con l’altrettanto affascinante Camino di Santiago, che vede transitare ogni anno centinaia di migliaia di pellegrini-turisti-escursionisti. È però necessario che il percorso sia ben segnalato a partire dalla grande viabilità, fino agli itinerari escursionistici percorribili in sicurezza, attrezzati con punti di sosta, informazioni ed accoglienza, e con strutture ricettive adatte ai pellegrini e ai turisti. Occorre individuare percorsi a piedi, per le auto, per chi voglia combinare itinerari a cavallo e in bicicletta.
Oggi il turismo dello spirito è principalmente legato alle persone adulte, infatti il 94% dei turisti italiani e stranieri che trascorre una vacanza nelle destinazioni del turismo religioso del nostro Paese, ha più di 30 anni. Purtroppo i giovani al di sotto dei 20 anni sfiorano solo la percentuale dello 0,4%. Dobbiamo invertire questa tendenza con una nuova offerta giovane, dinamica e coinvolgente ed è proprio in questa direzione che ci stiamo impegnando per riportare alla luce un percorso unico e di grande valore.
La motivazione religiosa incide ancora in maniera limitata sulle scelte di vacanza degli italiani, basti pensare che nel 2009 i turisti del nostro Paese che hanno svolto un pellegrinaggio religioso sono stati 638 mila, di questi 389 mila sono rimasti in Italia, mentre 248 mila hanno scelto santuari e mete religiose estere. Al pari di altri prodotti turistici, anche quello religioso ha subito una contrazione dei consumi. La nostra azione è pertanto diretta a dare un nuovo e forte impulso al turismo dello spirito.
Il Josp festival deve quindi rappresentare un appuntamento decisivo per ridare forza ed impulso a queste offerte turistiche interessando e coinvolgendo soprattutto i giovani. Sono certa che questi unici e preziosi itinerari di fede saranno negli anni a venire strategici per far crescere la ricerca spirituale e i flussi turistici del nostro Paese. E per farlo bene dobbiamo lavorare insieme.