“Siamo in emergenza”. Lo conferma perfino lei, sottosegretario al Turismo. Per questo Michela Vittoria Brambilla vuole “invertire la rotta rispetto agli ultimi 20 anni, che hanno visto l’industria turistica considerata come qualcosa di accessorio o, peggio, come folklore”.
Sottosegretario Brambilla, novità in vista?
“Stiamo lavorando a quella che sarà una svolta epocale e che intenderemmo presentare alla Bit, la Fiera internazionale del turismo al via a Milano. Si tratta dei tre più importanti paesi europei a vocazione turistica che decidono di unirsi per dare vita a un prodotto comune”.
Francia-ltalia-Spagna: vuole dire che sono pronti i primi pacchetti “Roma-Parigi-Barcellona”?
“Prima di annunciarlo, preferisco che l’accordo sia concretizzato in ogni dettaglio con i miei omologhi, francese e spagnolo. Comunque sì, forse, già giovedì prossimo, l’intesa tra i tre Paesi da sempre competitor dovrebbe diventare realtà”.
La crisi, però, si sta abbattendo anche sul turismo: l’Italia scende dal 4° al 7° posto nelle graduatorie delle potenze a vocazione turistica.
“Il dato corretto è che siamo scesi al quinto posto, cioè subito dopo la Cina. Certo, il nostro Paese ha tanti problemi da risolvere: la debolezza della rete dei trasporti, la logistica tuttora da perfezionare sulla programmazione dei siti e degli itinerari, non ultimo il fatto che, fino a oggi, ci siamo basati su piani di promozione antiquati”.
Il quadro è poco incoraggiante.
“Ci troviamo in una situazione di vera emergenza, suffragata dai dati: nel 2008 l’industria del turismo ha visto una riduzione di 4 miliardi di fatturato, circa il 6%. Si parla quindi di un -0,3% del Pil, con perdite molto più sostenute al Sud, la cui immagine deve ancora risollevarsi dopo l’emergenza dei rifiuti”.
Il suo dipartimento è appena tornato da una missione in Qatar e negli Emirati arabi, ha approvato i buoni vacanza, ma il problema è: dove trovare i fondi per il settore?
“Mancano le risorse, ci sono sprechi in alcune regioni che producono ‘scrivanie’ ma non attraggono turisti. Quanto agli investimenti, il ministro Tremonti fa quello che può, dovendo fare i conti con la crisi e con l’enorme debito del Paese”.
Si aggiunga che il premier sta tuttora lavorando alla ‘pratica’ che consentirebbe di trasformare in ministero il dipartimento del turismo.
Sottesegretario Brambilla dove trova ragioni di ottimismo?
“Per esempio nei piani di rilancio: da tempo parlo della necessità di un’unica politica di indirizzo nazionale. Ebbene, per la prima volta operiamo stando tutti seduti intorno allo stesso tavolo. Tutti: governo, imprese, regioni”.
Secondo Mannheimer, le regioni con più attrattive turistiche trovano addirittura fastidiosi i turisti.
“Ritengo che l’irritazione andrebbe interpretata. Se un Comune non riesce ad attrezzarsi in campo di sicurezza, traffico, manutenzione delle strade, è legittimo che il residente mostri insofferenza anche nei confronti di chi non c’entra niente e anzi contribuisce indirettamente ad aumentare gli introiti. Ricordiamoci che il turismo arriva a produrre, nell’insieme, delle sue attività, il 10% del Pil. Bisogna crederci, però”.
Marcella Cocchi, “Nazione-Carlino-Giorno”, 12 febbraio 2009