“Non sarà all’ordine del giorno nel primo Consiglio dei ministri del Governo Berlusconi, ma il tema dell’occupazione femminile rappresenta “senza dubbio una delle priorità del Governo”. Parola di Maurizio Sacconi. Il neoministro al Welfare, in un’intervista al “Giornale della Libertà” in edicola venerdì 9 maggio allegato al quotidiano “il Giornale”, ricorda che “nel Libro bianco curato da me e da Marco Biagi, che verrà ripreso dal nuovo Esecutivo, si individuava nel grado di inclusione delle donne nel mercato del lavoro regolare la misura del successo della riforma, dalla quale ripartiremo per inseguire l’obiettivo del 60% di occupazione femminile che era stato posto a Lisbona”. Secondo i dati Eurispes, infatti, l’Italia (46,6%) è fanalino di coda in Europa per quanto riguarda l’occupazione femminile.
“Il complesso delle politiche che vogliamo adottare in favore della donna, della natalità, della famiglia, può di sicuro portare a un aumento del tasso di occupazione” chiarisce Sacconi. Il quale spiega quali saranno gli interventi che adotterà il nuovo Governo per affrontare la situazione: “Abbiamo in mente un piano molto articolato (…). Lavoreremo per promuovere i servizi di cura all’infanzia pubblici, quelli privati, quelli aziendali e anche quelli interaziendali, senza escludere l’esperienza delle cosiddette Tagesmutter, cioè reti interfamigliari che prendendosi cura dei bambini favoriscono la conciliazione tra lavoro e sanità”.
Altra questione è quella degli orari: “Se da un lato dobbiamo pensare a servizi tarati sulle reali esigenze degli utenti, dall’altro c’è il grande tema della modulazione del tempo di lavoro, che non significa solo il tempo parziale, ma anche una maggiore flessibilità dell’orario di lavoro e la possibilità di fare accordi individuali per conciliare le esigenze di ciascuna lavoratrice con quelle del datore di lavoro (…). Poi c’è il diritto all’aggiornamento delle competenze, che per la donna è particolarmente importante perché esce dal mercato del lavoro con maggiore frequenza e quindi la formazione è indispensabile per garantirne l’occupabilità”.”