BRAMBILLA: “SE PASSA LA LEGGE ANDREMO AL REFERENDUM”

“«Questo è il solito buonismo ideologico della sinistra italiana. Un cocktail di demagogia, incoerenza e irresponsabilità». Michela Vittoria Brambilla, presidente nazionale dei Circoli della libertà, ha il tono di chi non sa se essere sorpreso oltre ogni limite o arrabbiato, indignato. Il disegno di legge con cui il governo Prodi conta di presentare per sostituire la Bossi-Fini per regolare l’immigrazione in Italia è stata un’incredibile sorpresa. «E c’è chi ha osato parlare di norme di buonsenso. Ma si rende conto?» domanda e si domanda la Brambilla, sfogliando i giornali che danno conto di quest’ultima iniziativa a firma dei ministri Amato e Ferrero.
«Il ministro degli Interni Amato è persona autorevole. Mi lascia ancora più senza parole la sua iniziativa, che invece mi aspetto da chi ancora – e sono tanti nella maggioranza di governo – pensa e si esprime secondo le ideologie del secolo scorso».
Insomma il ddl Amato-Ferrero sull’immigrazione
in Italia  non le piace?
«Da domani i Circoli della Libertà avranno un impegno prioritario: contrastare questa iniziativa di legge, promuovendo una mobilitazione nazionale, in tutte le principali città d’Italia. E davanti al Parlamento. Iniziamo con una petizione, come prevede la nostra Costituzione e la Carta del Parlamento europeo. Gli italiani potranno firmare per chiedere ai deputati italiani e a quelli di Strasburgo di dedicare un’attenzione particolare di fronte a questo ennesimo pasticcio annunciato dal governo Prodi».
Una raccolta di firme: con quale obiettivo?
«Magari per precostituire le ragioni di un referendum abrogativo se malauguratamente il ddl Amato-Ferrero diventasse legge. E poi guardi che la Costituzione italiana offre ai cittadini l’opportunità della petizione per esporre alle Camere quelle che vengono definite “comuni necessità” avvertite dal popolo. Lo stesso principio è riconosciuto dall’Unione europea. La legge che si prospetta in Italia a proposito dell’immigrazione è destinata a produrre gravissimi problemi sociali, di sicurezza e di convivenza. Noi vigileremo e vogliamo che le istituzioni nazionali ed europee facciano altrettanto».
Ma che cosa la preoccupa soprattutto nelle notizie diffuse ieri dal consiglio dei ministri?
«Tutto. Nella sostanza si vuole legalizzare la clandestinità. Visto che non riusciamo a fare controlli e a fare rispettare le regole, allora decidiamo di cambiarle e di renderle più blande. Incoerenza, demagogia e pressappochismo sono all’origine di un’iniziativa di legge che rinuncia a ogni forma di controllo, evitando di porsi il problema della sicurezza».
Non le sembra di essere più xenofoba dei leghisti?
«Non scherziamo, stiamo parlando di cose serie. Qui non si considera qualche etnia inferiore a un’altra. Ma assistiamo con disappunto al fatto che l’immigrato ha solo diritti e nessun dovere. Le sembra normale? Gli italiani sono per storia e per cultura un popolo con la valigia. Ma dove siamo arrivati abbiamo dovuto fare i conti con le regole ferree di chi ci ha ospitato. L’Italia invece sembra che voglia azzerare se stessa, la sua storia, la sua identità, per asservirsi a chiunque si avventuri dalle nostre parti».
Ma l’immigrazione è anche un’opportunità: il 6% del Pil è prodotto da immigrati».
«Certo. E proprio per preservare questa immigrazione buona che mi preoccupa quella cattiva che non avrebbe più filtri. Si parla di sponsor o addirittura di autosponsor per entrare nel nostro Paese: basta un’associazione umanitaria per garantire gli ingressi in Italia? Lo Stato non può e non deve delegare ad altri le sue prerogative: e non bastano i soldi per assicurarsi l’ingresso. La criminalità organizzata è dotata di risorse economiche e finanziarie adeguate per far entrare chiunque».”
Libero, Adriano Bascapè, 26/04/07