“Il brand Italy resta il più forte del mondo. Ma la crisi e Supereuro tengono lontani americani e giapponesi, ad esempio, però abbiamo riconquistato molti turisti europei e italiani. Quest’anno i dati degli arrivi torneranno ad avere il segno più davanti, anche se gli albergatori, ad esempio, avranno probabilmente un risultato al di sotto delle aspettative perché il turismo è cambiato: ora più della metà dei viaggiatori si orienta verso i bed&breakfast o le case in affitto e il comparto extra-alberghiero nel suo complesso, così come un terzo degli italiani utilizzano internet per prenotare i propri soggiorni”.
Banzai. I giapponesi hanno detto no. La coppia truffata in un ristorante di Roma, un conto da 700 euro per una cena che ne valeva meno di un terzo, ha rifiutato il gentile invito della ministro Brambilla di tornare in Italia a spese del Governo. “È inutile – ha detto Yasuyuki Yamada, 35 anni – perché sarebbe una spesa fatta con le tasse del popolo italiano. E comunque il viaggio in Italia è stato bello: se torno, torno a mie spese. Per visitare meglio il Vaticano e anche Capri”.
Grazie no, dunque. Signor ministro, c’è rimasta male?
“Non può essere un rifiuto, perché l’invito è pronto, ma non è ancora stato spedito. Io ho informazioni diverse, anche perché il timore dei due signori giapponesi di gravare sulla cassa pubblica fa loro onore, ma è infondato. Perché a pagare non saranno i contribuenti, ma aziende e operatori turistici che vogliono rimediare a un danno grave. Abbiamo già concordato tutto”.
Un colpo micidiale all’immagine del paese.
“Ho dato mandato all’Avvocatura dello Stato di procedere nei confronti dei proprietari del Passetto di Roma proprio per il gravissimo danno di immagine arrecato all’Italia. È la prima volta che accade, come per la prima volta abbiamo creato al ministero una commissione di vigilanza che mette insieme operatori della filiera turistica e forze dell’ordine, associazioni dei consumatori e governo perché i turisti possano sempre veder rispettati i loro diritti”.
Lei è ministro da pochi mesi, impegnata in una faticosa scalata per riconquistare i turisti che abbiamo perduto. Quanto manca per tornare di nuovo in cima alla classifica dei paesi più visitati?
“Il brand Italy resta il più forte del mondo. Ma la crisi e Supereuro tengono lontani americani e giapponesi, ad esempio, però abbiamo riconquistato molti turisti europei e italiani. Quest’anno i dati degli arrivi torneranno ad avere il segno più davanti, anche se gli albergatori, ad esempio, avranno probabilmente un risultato al di sotto delle aspettative perché il turismo è cambiato: ora più della metà dei viaggiatori si orienta verso i bed&breakfast o le case in affitto e il comparto extra-alberghiero nel suo complesso, così come un terzo degli italiani utilizzano internet per prenotare i propri soggiorni”.
Dal turismo in senso generalista si è passati ai turismi, una differenziazione che ha modificato il mercato.
“Oggi si sceglie non tanto per destinazione quanto per motivazioni: mare, montagna, laghi, ma anche cultura, enogastronomia, benessere, sport, ambiente. Si tratta di promuovere a livello nazionale circuiti tematici che richiedono lo studio di iniziative e di coordinamento sul territorio dal Friuli alla Sicilia. Oggi questo è possibile. Ed aggiungo che è proprio grazie al grande lavoro svolto in questi anni dagli operatori del turismo e dai territori che non abbiamo avuto conseguenze peggiori nella competitività turistica”.
E allora la colpa di tanti guasti di chi è?
“Del sonno della politica. Fino al ritorno del ministero, l’Italia non aveva una strategia nazionale del turismo, ma 21 tattiche regionali. Poi anche le Regioni si sono accorte che serviva un coordinamento”.
Ora l’abbiamo lei, una macchina da guerra. Lo dice anche Berlusconi.
“Con il Presidente stiamo studiando una promozione dell’Italia agli italiani, una riscoperta della fantastica Italia minore, dei gioielli sconosciuti del nostro paese che può servire da volano economico anche per il Sud”.
Fare dell’Italia una destinazione di tendenza: si viene perché è bella e si è felici?
“Potrebbe essere uno slogan. Intanto stiamo realizzando un sito che sarà on line a settembre e a pieno regime a fine anno. Per ora su Italia.it c’è soltanto uno spot, un modo per segnalare la presenza a chi si collega che altrimenti avrebbe trovato il nulla”.
Ministro, questi giapponesi li convincerà a tornare?
“Sono fiduciosa, penso che accetteranno”.
Corrado Ruggeri, “Corriere della Sera”, 31 luglio 2009