“La voce girava da qualche mese, ma nessuno aveva osato darle corpo in un articolo di giornale o in un discorso pubblico. C’è voluto il Foglio disinibito di Giuliano Ferrara per infrangere il tabù con questo titolo d’apertura della prima pagina: “Berlusconi rivela agli intimi che la Brambilla ha la statura giusta”. Statura giusta pefr fare cosa? Elementare, il presidente del Consiglio prossimo venturo.
Il Foglio ha ragione. Posso testimoniare che al Cavaliere Michela Vittoria Brambilla, imprenditrice (commercio ittico) di Calolziocorte (Lecco), ex giornalista di Canale 5, piace. Piace molto non perché è una bella ragazza dalla chioma fulva, ben strutturata, tacchi a spillo, Mercedes coupé e roba simile. Oddio, non che tutto ciò guasti o la svantaggi. Semplicemente non c’entra con l’innamoramento del leader di Forza Italia per la bella signora, che si è posta in evidenza per qualità diverse da quelle estetiche. In una parola è sveglia, preparata, ottima organizzatrice, buon eloquio, polemica ma non aggressiva, e dotata di un sorriso disarmante.
La sua storia è interessante, sembra creata apposta per intrigare un lombardo come Silvio.
Michela Vittoria entra giovanissima in tivù, Mediaset (Fininvest, all’epoca). Fisico da applausi, fresca di laurea, lingua sciolta, si intruppa alla corte di Medail, precursore della tivù d’inchiesta. La fanciulla se ne va in giro per l’Italia a raccontare sedute spiritiche, magie varie, sette più o meno oscure, e si diverte un mondo. Impara il mestiere. Ma quando è il momento di tirare le reti in barca e raccogliere il frutto della pesca, si accorge che merita dedicarsi alle pescherie. Nel senso che molla le telecamere e Medail, e si da all’ittica. In poco tempo l’azienda si sviluppa e sale al primo posto della graduatoria nazionale del settore. Lei assume sicurezza e vola ai vertici dell’associazione commercianti (giovani).
Ed ecco qualche sua comparsata nei programmi giornalistici della Rai, dove fa un figurone, segnalandosi alle vaste platee per la capacità di mettere nel sacco chi la contraddice. Nel nostro piccolo, noi di Libero ci rendiamo conto che la Brambilla ha dei numeri e le offriamo di collaborare, una rubrica settimanale sui problemi di categoria.
Lei nicchia un po’. Forse teme di porsi in contrasto con altri giornali. Insistiamo nella convinzione che un suo articolo (con tanto di foto a colori che dia risalto ai capelli rossi) giovi ai commercianti, a lei stessa e al nostro giornale in espansione. Avendo scoperto che Michela Vittoria è un’animalista scatenata, il parco di casa pieno di cani, gatti, cavalli, il giorno del suo compleanno – nel 2006 – le regalo un tenerissimo asinello che avevo acquistato (senza sapere dove ricoverarlo) per sottrarlo a un triste destino: quello di finire sulle graticole della Festa dell’Unità e fra i denti dei compagni, ai quali ho così evitato di trasformarsi in cannibali. Poi dicono che sono visceralmente anticomunista.
La Brambilla apprezzò il dono al punto di andarselo a prendere col Van nell’anticamera del macello. Ora l’asinello galoppa felice sulle
colline di Calolziocorte, divertendosi a battere i cavalli nella corsa. Un fenomeno.
La gratitudine fa miracoli: Michela Vittoria diede il via alla sua collaborazione con Libero. Che non le ha portato soldi, ma tanta fortuna, sì. Infatti, le sue apparizioni televisive sono parecchio aumentate sia in quantità sia in qualità. Berlusconi si è persuaso. Le ha affidato la presidenza dei Circoli della Libertà.
L’incarico era rischioso: se la Brambilla avesse toppato, come tutti nel giro forzitaliota avevano scommesso, sarebbe stata sepolta da una risata corale, di quelle che sgorgano dopo uno scampato pericolo. Invece il pericolo è rimasto, sempre più incombente, perché la ragazza di Calolziocorte in quattro e quattr’otto ha preso in mano i Circoli, li ha valorizzati e condotti al successo, candidandosi seriamente a entrare nelle alte gerarchie del partito. Non so se riuscirà a conquistare Palazzo
Chigi. Presto per dirlo. Sicuramente ha vinto le riserve del Cavaliere, il quale più la osserva lavorare con costrutto 18 ore al dì e più si rafforza nel proposito di farle largo.
Michela Vittoria non è soltanto uno schiacciasassi. Ha il colore e l’astuzia di una volpe. È consapevole che un imprenditore quale il Cavaliere giudica le persone dai risultati, per cui lei non bada alle ciance talvolta perfide dei concorrenti; si limita a schivare le trappole, mai perdendo – da provetta amazzone – le staffe né sprecando energie a rintuzzare pettegolezzi.
Di una signora non bisognerebbe dire l’età, però il gentiluomo non tace mai: la Brambilla ha 39 anni e un bambino da cui, impegni politici o no, torna ogni sera. Di sicuro si arrabbierà: Vittorio, il piccolino di casa, è stato ed è il suo unico e straziante amore. Il solo che le strappa qualche lacrima se, al telefono, le dice: mamma, ti aspetto. Già, la Brambilla è una delle poche donne che dà l’impressione di non piangere mai. In vece piange di nascosto. Assomiglia a una gatta. E le gatte soffrono riservatamente, lontano da occhi umani. – Sarà questo suo carattere prealpino, sarà perché la vita le ha insegnato che i sentimenti non vanno spettacolarizzati, Michela Vittoria tanto è stimata dalla gente che viaggia in tram e frequenta il supermercato, quanto è detestata dall’apparato oligarchico della politica politicante. Come, si dicono i gerarchi, noi fedeli al capo siamo qui da anni ad accumulare fieno in cascina, e adesso arriva una rossa reggicalzata da Calolziocorte e si accomoda sulla grande poltrona, accanto al Cavaliere. Non è giusto. Vade retro Satana.
Ma quale Satana. La politica è cambiata e necessita di gente che lo capisca e sappia adeguarsi. La Brambilla lo ha capito, abbassa la crapa fulva e sgobba. Non predica, ascolta. Intercetta lo stato d’animo di chi vota. Ecco perché va a genio a Berlusconi e lui se la alleva a propria immagine e somiglianza.
C’è un’altra donna per la quale prevedo un futuro. Butto lì il nome, ricordatelo: Laura Ravetto, piemontesina gentile, 36 armi, avvocato, parlamentare di Forza Italia. Qualcosa mi dice che ne sentiremo parlare. Rassegnatevi, signori uomini: il Cavaliere è più incantato dalle donne verticali che da quelle orizzontali.”
Libero, Vittorio Feltri, 05/05/07