BRAMBILLA:“IL TURISMO TIENE,LA CRISI NON CI FA PAURA”

Signore e signori,
partecipo con grande piacere al convegno inaugurale della Borsa Internazionale del Turismo, punto di riferimento mondiale tra domanda ed offerta nel settore. Ed ho ascoltato con particolare interesse i contributi su un tema così delicato e importante come quello della fiscalità per le imprese turistiche.

Il turismo è una delle attività economiche più rilevanti del Paese (rappresenta da solo più del 10 per cento del nostro Pil), ma allo stesso tempo, per la sua natura e per le particolarità del nostro sistema, è anche l’attività che ha più bisogno di sinergie. Il mio ministero deve interagire positivamente con le istituzioni europee, con altre amministrazioni centrali dello Stato, con i governi regionali e quelli degli enti locali, con il mondo imprenditoriale – perché il turismo in Italia è essenzialmente un comparto a carattere privatistico – e con le associazioni di categoria. A legislazione vigente, una politica per il turismo ha tanto maggiori chance di successo quanto più efficaci sono le sinergie tra tutti questi attori. Siamo qui di fronte, è del tutto evidente, ad un sistema molto complesso
Proprio per la complessità della governance del comparto turistico, sono convinta che l’approccio più efficace alla risoluzione dei problemi sia quello “di sistema”. Occorre puntare soprattutto su interventi programmatici intersettoriali, che permetteranno un’azione più incisiva per il rilancio della competitività del nostro Paese, evitando l’irrazionale utilizzo di risorse economiche e finanziarie.

In particolare, è necessario superare l’attuale frammentazione delle politiche, degli interventi e della promozione, è necessario collegare il nostro Paese da Nord a Sud e promuoverlo “tutto insieme” sui mercati internazionali valorizzando le vocazioni turistiche delle diverse aree del territorio.
Per ciascuno dei settori in cui la destinazione Italia è leader, il turismo balneare, culturale, montano, del benessere, vanno attivate azioni specifiche, tenendo conto dei nuovi comportamenti e delle nuove esigenze dei turisti: vacanze più brevi e un rapporto sempre più competitivo tra qualità e prezzo. Occorre incentivare la destagionalizzazione per utilizzare più razionalmente il nostro patrimonio di posti-letto. In quest’ottica di sistema, il governo ha fatto, sta facendo e farà la sua parte, per esempio intervenendo su uno dei nostri punti deboli, le infrastrutture, o impegnandosi per la semplificazione degli adempimenti burocratici a carico delle imprese. Vale qui la pena di citare, da ultimo, il decreto legislativo di attuazione della direttiva servizi 2008/123/CE, nel quale su mia proposta è stata inserita una norma di principio che semplifica gli adempimenti burocratici per l’apertura, il trasferimento e le modifiche relative alle strutture turistico-ricettive.