“Libertà, sicurezza e famiglia: sono queste le competenze istituzionali di uno dei primi aderenti a Forza Italia, Franco Frattini, oggi a Bruxelles come vicepresidente dell’Unione Europea. Sembra il programma del Partito della Libertà al quale sta lavorando Michela Vittoria Brambilla. E Frattini, mentre nella Balena Azzurra continuano i distinguo e le preoccupazioni per l’ultima idea del Cavaliere, dice senza esitazioni: «Sono un aderente a Forza Italia, ma sento il bisogno dì tornare alle origini del progetto liberista e liberale del 1993. Sì, mi piacciono le sfide. Quando diventerà un partito, sono pronto a entrare, se il presidente Berlusconi sarà d’accordo».
Scusi, presidente Frattini, ma dall’Italia continuano ad arrivare distinguo e preoccupazione dalla Balena Azzurra: come mai?
«Guardi, in Italia la politica è troppo lenta. Ho visto come si muovono Sarkozy in Francia, Angela Merkel in Germania, David Cameron e Gordon Brown in Gran Bretagna… Un’altra storia: fanno la gara a chi è più veloce. E noi dobbiamo preoccuparci perché si vuole creare un partito che parli ai cittadini?».
Ne ha parlato con Berlusconi?
«Certo. Al di là che lui voglia lanciare questa sua nuova grande idea a settembre, Berlusconi ha capito che la nuova vittoria elettorale in cui lui confida, a ragione, per il 2008, non può essere figlia soltanto della sconfitta per il governo Prodi».
In fondo la sinistra ha vinto, sia pure per pochi voti, proprio in questo modo.
«Ecco, questo è il punto. Prodi non riesce a governare perché non controlla le pulsioni, i desideri, le sensazioni vere che vivono i cittadini. Proprio la sinistra ha accusato Berlusconi di populismo, di peronismo, nelle sue fasi iniziali. Ma lui nel ’94 volle rompere il quadro politico, quando scese in campo. Ora serve una terza fase, dopo la Prima Repubblica e la Seconda del bipolarismo».
Quale?
«Quella della semplificazione, della prevalenza dei cittadini rispetto agli apparati».
E’ un ritorno alle origini?
«Forse non tutti ricordano che Berlusconi ha pubblicato un libro, con la Mondadori, un anno fa, che si intitola “Verso il partito della libertà”.
Mi ha detto che quello è il suo disegno, il suo nuovo obiettivo».
E Forza Italia?
«Non ha niente da temere: il suo “miracolo” originario resta in piedi, ma non basta. C’è una fascia elettorale che non voterebbe per noi, che può essere intercettata da un messaggio diretto come quello che portano i Circoli della Libertà di Michela Vittoria Brambilla. Ma c’è qualcosa d’altro, la pistola puntata sul Parlamento…».
Si riferisce al referendum sulla legge elettorale?
«Eh già. Se non ci si riesce a mettere d’accordo su una piccola modifica di quella attuale, allora è meglio andare al voto. Il 15 gennaio 2008 la Corte Costituzionale darà il via libera, credo, al quesito referendario, e noi lo vinceremo, ci batteremo per il sì. Poi si dovrà votare alle politiche per le nuove regole, e allora E Partito delle Libertà sarà il “listone” pronto per tutti, per rispondere al Partito democratico».
E’ un’arma di riserva?
«Non solo. Stiamo lavorando allo Statuto del PdL, che avrà come suo riferimento il Ppe, il Partito Popolare Europeo. E Udc o An non vogliono forse entrarvi? Questo potrebbe essere lo strumento».
Non corre troppo avanti?
«Se occorre un po’ di follia, in politica, Berlusconi è pronto a mettercela. Serve una rottura, non per cavalcare l’anti-politica, ma per parlare con il linguaggio dei cittadini, per andare in «una direzione nella quale
va tutta l’Europa».
Ma Michela Vittoria Brambilla ha le carte in regola?
«Sì, per quanto la conosco: è una, come me che ho vinto un concorso in magistratura, che non ha bisogno di uno stipendio dalla politica per vivere. Sa interpretare le esigenze vere della gente. La politica è servizio, non guadagno».”
La Stampa, Gigi Padovani, 21 agosto
