BRAMBILLA:”LA TV DELLA LIBERTA'”

“Dai cinque ai sette milioni di investimento, una lista di pochi selezionatissimi e supersegreti finanziatori, un palinsesto agile con niente che assomigli a Bruno Vespa o al Tgl, ma solo interviste volanti, contro-rassegne stampa e soprattutto una informazione che gli organizzatori definiscono «dalla parte dei cittadini». Qualcosa «che li aiuti a capire cosa succede davvero col redditometro o quanto perdono in busta paga con le nuove tasse di Prodi».
Ieri pomeriggio Silvio Berlusconi ha mollato gli ormeggi. Mentre al piano terra di via del Plebiscito, nel cosiddetto “parlamentino” di Forza Italia, una ventina di coordinatori regionali lo aspettava per dibattere di cose interessantissime come legge elettorale, congressi di partito o amministrative, al primo piano, nel chiuso del suo studio, circondato da Bonaiuti, Bondi, Michela Vittoria Brambilla, più alcuni tecnici televisivi che lavorano con lui da anni, il Cavaliere dava l’okay. Si chiamerà “Canale della Libertà”. Andrà in onda su Sky e sul digitale terrestre a partire dal mese di maggio e avrà come supervisore generale dei programmi proprio la Brambilla, una specie di Fedele Confalonieri in gonnella ma «più capace e intelligente di qualunque manager abbia mai lavorato alle mie dipendenze». Berlusconi dixit.
Quando è sceso di sotto, alla riunione dei coordinatori, i] padrone di casa ha sentito il dovere di giustificare quel ritardo di più di due ore: «Sono stato trattenuto da una riunione al piano di sopra. Sto lavorando ad un progetto di canale satellitare prodotto dai circoli della Libertà». Poco dopo, però, significativamente, ha chiesto a ognuno di mantenere il silenzio su quello che aveva raccontato. Silenzio sul suo giudizio su Casini («la scorsa settimana ho parlato con lui due ore. Spero che i nostri rapporti migliorino, e le sue ultime dichiarazioni mi pare che facciano ben sperare») perché «il momento è delicato, ci sono ancora molte candidature da definire con l’Udc in vista delle amministrative». Ma silenzio anche su tutto il resto, cominciando appunto da quel mega-progetto, varato ieri dopo una gestazione durata qualche mese. A parte la Brambilla, coinvolta nella veste di presidente dell’associazione dei Circoli e quindi direttamente in quella di produttrice della nuova tivù, a reggere le fila della nuova creatura berlusconiana saranno soprattutto in due. Uno si chiama Giorgio Medail, oggi vice direttore di Videonews e curatore di “Secondo voi”, il programma di Italia Uno condotto da Paolo Del Debbio la cui formula poggia proprio sulle interviste di strada, un po’ quello che dovrebbe essere il piatto forte del “Canale della Libertà”. L’altra colonna dell’ultima idea imprenditotiale del Cavaliere è Adele Cavalleri, nome conosciuto quasi solo dagli addetti ai lavori, oltre che ovviamente da Berlusconi, visto che da più di vent’anni è direttore di produzione di tutti i programmi giornalistici di Mediaset, telegiornali compresi. Il contenimento dei costì non dipenderà solo dalla pubblicità, ma anche dal fatto che in tutta la redazione, divisa tra Roma e Milano, lavoreranno non più di una ventina di persone.
Forse, tra i motivi che hanno spinto l’ex premier a dare il via libera definitivo al progetto (si sta ancora cercando una seda nella Capitale), c’è anche la diffusione, avvenuta giusto ieri, dei dati sulla presenza nei programmi della Rai di politici di destra e di sinistra nei primi due mesi del 2007. Dati che sicuramente hanno impressionato Berlusconi non meno di quanto hanno scandalizzato il suo portavoce Paolo Bonaiutì, che sulla questione ha ingaggiato una violenta polemica con il presidente della tivù di Stato Claudio Petruccioli. Per Bonaiuti «c’è da rimanere esterrefatti: sommando tutte le reti, gli interventi in voce di Prodi sono di 118 minuti  contro i 32 di Berlusconi, cioè 4 volte di più. Sono dati impressionanti che dimostrano come il disegno della Rai di equilibrare l’informazione politica, ha finito per spostarla tutta, pesantemente, a favore della sinistra». Mentre di tutto questo si discuteva al piano di sopra, nel “parlamentino” si discettava soprattutto di legge elettorale. Argomento che quando finalmente è sceso di sotto, anche Berlusconi ha voluto affrontare.
«Non ho nessuna intenzione di incontrare Prodi», ha detto ai coordinatori, «il nostro elettorato ci chiede di confermare una linea di opposizione dura a questo governo ed è quello che faremo. Al massimo, possiamo aspettare di vedere le loro proposte e poi regolarci di conseguenza». Concesso poi un apprezzamento alle ultime mosse di Casini, il Cavaliere si è dilungato qualche minuto a descrivere «il divario abissale tra me e Prodi» in fatto di popolarità e di consenso, con un distacco che secondo i sondaggisti, «ormai è stabilmente sopra i venti punti». Tornando alla legge elettorale, ha lasciato intendere chiaramente di non amare il modello tedesco, ma di considerare come «utile» uno sbarramento «al 4-5 per cento». Nessun riferimento alle vere o presunte polemiche con la Lega («tutte stupidaggini», secondo Roberto Maroni), per la posizione di prudente apertura mostrata due giorni nei confronti della linea tenuta dal presidente del Consiglio. Poche ore prima, in una intervista ad un sito internet, Fabrizio Cicchetto aveva riferito dell’esistenza di una «piattaforma comune tra Forza Italia, An, Udc e anche con la Lega su modifiche alla legge elettorale puntate essenzialmente sulla trasformazione del premio di maggioranza al Senato, da regionale a nazionale».
Tutti temi interessantissimi, stando all’agenda politica di questi giorni. Ma ieri Berlusconi aveva in testa solo il “Canale della Libertà”. Quello, e i suoi amati circoli.”
Libero, 15 marzo 2007, M. Prignano