Sono un politico, ma anche una donna e una mamma, e per questo ho voluto con tutte le mie forze una campagna contro il turismo sessuale, per proteggere tutti quei bambini nel mondo, 2 milioni e mezzo secondo le stime, vittime di abusi e dello sfruttamento sessuale», dice Michela Vittoria Brambilla, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Turismo. «Lo chiamano turismo, invece è solo pedofilia, sono “viaggi della vergogna” di persone che protette dall’anonimato e dalla maggior facilità di adescare un bambino sfuggendo a costrizioni morali e sociali, pagano per ottenere prestazioni sessuali con minori. È un “turismo” che l’Italia non intende tollerare e che mi ha spinto a scendere in campo». “E se fosse tuo figlio? Insieme per un turismo etico” è la nuova campagna d’informazione voluta da Michela Vittoria Brambilla, 41 anni, politica e imprenditrice, figlia di un industriale dell’acciaio e titolare di due aziende nel settore alimentare, per combattere un fenomeno che nel mondo raggiunge un volume d’affari di 100 miliardi di dollari, I dati parlano di 80 mila italiani coinvolti nel turismo sessuale. Le vittime per il 60 per cento hanno dai 13 ai 17 anni, per il 30 dai 7 ai 12 anni, per il 10 per cento da 0 ai 6 anni; il 75% dei bambini coinvolti sono femmine, il 25% maschi. «Sono numeri che fanno paura», dice la Brambilla che è legata all’imprenditore Eros Maggioni, da cui ha avuto il figlio Vittorio quattro anni fa. «L’Italia ha dal 1998 una legge all’avanguardia per la lotta contro lo sfruttamento sessuale, che stabilisce la punibilità in patria dei cittadini italiani colpevoli di crimini sessuali sui bambini all’estero. Fino a oggi, però, poco applicata. Per questo nella campagna, che partirà a breve sui media con manifesti, pagine pubblicitarie, brochure e spot da veicolare in tutti i luoghi, come gli aeroporti, ho coinvolto tutte le realtà della filiera turistica. Agenzie di viaggio, compagnie aeree, tour operator, enti del turismo sono chiamati a sottoscrivere un codice di “Certificazione Turismo Etico” e adottare misure atte a contrastare lo sfruttamento dei minori. Come? Per esempio vigilando sui contatti tra turisti e bambini, o vietando negli hotel l’accesso alle camere ai minori. Mi impegno inoltre a coinvolgere personalmente tutti i governi del mondo, invitandoli a far propria la nostra campagna nei loro Paesi. Mentre ho già presentato l’iniziativa al Comitato etico mondiale dell’organizzazione del turismo, che agisce sotto l’egida dell’Onu e che ha sede a Roma».
Capelli rosso fuoco, tacchi a spillo, fisico in ottima forma, Michela Vittoria Brambilla è un concentrato di grinta e determinazione. In casa la chiamano “il ciclone” perché nella vita ha fatto di tutto, e sempre bene. Finalista a Miss Italia a 18 anni, poi modella per una casa di collant, giornalista per Mediaset, manager, presidente di Confcommercio e ora sottosegretario nel governo Berlusconi.
Come è riuscita a realizzarsi in tanti ambiti diversi?
«Metto sempre tanta passione in ciò che faccio: se credo in un progetto vado avanti come un carro armato. Dico sempre ai giovani di non rinunciare ai sogni, impegno e volontà sono vincenti».
Com’è cambiata la sua vita entrando in politica?
«Non sono cambiati i ritmi, essendo a capo di tre aziende ho sempre avuto giornate frenetiche. Solo che prima rispondevo solo a me stessa. Oggi gestisco l’immagine italiana, il denaro pubblico, e mi sento molto più responsabile».
Lei è anche una mamma, come riesce a trovare i tempi per suo figlio? «Facendo i salti mortali. Gli impegni di governo mi portano spesso in giro per l’Italia, ma la sera cerco sempre di tornare a casa. No, non porto mai con me Vittorio, sarebbe egoismo. Preferisco saperlo a Lecco con il papà, che è bravissimo, e i nonni che lo adorano, e la sera andare da lui, magari con l’ultimo aereo, per ripartire il mattino dopo all’alba. Dormo poco, ma non è insonnia: dormirei volentieri 12 ore di seguito, ma se scegli di avere un figlio è importante stargli vicino, fare la mamma il più possibile».
È vero che ha la casa piena di animali?
«Sì, li adoro, è proprio una malattia la mia. Anche da piccola ero circondata da animali. Pensate, un cane mi ha insegnato a camminare: ho imparato a stare in piedi tenendomi al collare del mio Schnauzer. Ricordo che per premiarlo prendevo gli zuccherini da un vaso in salone e glieli facevo leccare sul palmo della mia mano. Anche oggi la mia casa è piena di animali: ho 14 cani, 24 gatti, quattro cavalli, due asini, otto capre in giardino, oltre a piccioni e galline. E non abito in campagna, ma in una villa dei primi del ‘900. Il mio momento di fuga è tra gli animali. Andare a salutare l’asinello Ugo e la cavallina Miele con mio figlio, la sera, è un rito».
E a un altro figlio ci pensa?
«Assolutamente sì! Ho desiderato Vittorio e l’ho allattato 15 mesi, infischiandomene del fisico, inevitabilmente con qualche chilo di troppo. Essere mamma è una delle più grandi soddisfazioni che si possono avere nella vita. E io ne avevo avute già moltissime…».
Elena Oddino, Gente, 9 dicembre 2008