«Caro Presidente, consulta anche i cittadini: rimandali a votare». È il testo di un fax che i militanti dei Circoli della Libertà hanno cominciato a inviare da ieri al Quirinale. «Tornare alle urne è l’unica ragionevole possibilità dopo quello che è accaduto mercoledì al Senato». Michela Vittoria Brambilla, che dei circoli della libertà è la presidente nazionale, non ha dubbi: «Il mercoledì delle ceneri non deve avviare una dannosa quaresima per il Paese. A far danni ci ha già pensato il Governo Prodi. Torniamo a votare. Da sabato in tante città italiane i circoli della libertà organizzeranno dei banchetti per raccogliere adesioni alla campagna “un fax per il presidente”. Il modulo si può scaricare anche dal nostro sito (www.circolodellaliberta.it). C’è ancora chi vuole una politica fatta di chiarezza e non di trucchetti. Il Governo è caduto? Torniamo alle urne». Quindi tutti a casa. Anzi alle urne. E se invece Napolitano rimandasse il Governo alle Camere? «Io mi limito a fare un ragionamento di buon senso. Al Senato il Governo è caduto. E si è rotto. Era già composto di mille pezzi, non ricordo nemmeno più quanti partiti e partitini componessero la ex maggioranza. Metterli insieme alle elezioni è stato un gioco di prestigio. Adesso non bastano colla o cerotti: il centrosinistra era da tempo minoranza nel Paese, adesso lo è anche in Parlamento. Chiedere di nuovo la fiducia mi sembrerebbe inutile e dannoso. Per l’Italia e per gli italiani». Insomma, niente Prodi bis. Ma un Governo di transizione? «E con quale maggioranza? E con quale programma? I pasticci della politica non mi appassionano. E sono convinta che abbiano stancato anche gli italiani. Il Paese ha bisogno di trasparenza». Ma proprio per il Paese non sarebbe bene avere un Governo subito, invece delle elezioni? «Il Paese ha bisogno di agganciarsi alla ripresa economica in atto. Per farlo deve poter contare su un esecutivo forte e autorevole. Rimettere su strada questa macchina sconquassata, utilizzando qualche ruota di scorta, mi pare un’operazione impossibile e soprattutto dannosa. Sarebbe solo questione di tempo. Tempo perso. E allora meglio decidere subito di ridare voce ai cittadini. No?». In queste ore il centrosinistra sta cercando di rivendicare qualche successo in questi nove mesi di governo. E per questo ritiene di avere titolo per riprovarci. Lei che cosa ne pensa? «Il Governo Prodi ha lasciato una traccia indelebile nella vita degli italiani: le tasse. Pressione fiscale a 360 gradi: aliquote Irpef, addizionali, ticket sanitari, bollo auto, canone Rai. E mi dimentico sicuramente qualcosa. Quello che non dimenticheremo è il conto finale. Un vero salasso in busta paga e un prelievo continuo con le imposte locali, sempre indotte dal Governo che ha strozzato i Comuni con sempre meno risorse». Però la crisi si è appena aperta… «Il mio non vuole essere un bilancio definitivo. Anche perché gli effetti negativi della Finanziaria si stanno rivelando ogni giorno peggiori. Abbiamo scoperto da poco l’ultimo pasticcio, quello dell’addizionale Irpef che finirà per penalizzare di più le famiglie numerose e meno abbienti. Sono certa che avremo ancora sorprese negative. Una cosa si può dire: abbiamo trascorso nove mesi come in un incubo. Abbiamo visto riemergere i peggiori sentimenti antiamericani, abbiamo rivisto una lotta di classe che speravamo relegata nei libri di storia, abbiamo scoperto che l’ideologia alberga ancora forte in una sinistra che ha cancellato la parola riformismo dal suo vocabolario. Abbiamo assistito ai rigurgiti statalisti. Beh, a me basta. E credo che anche gli italiani abbiano colmato la misura della loro pazienza»
La provincia, 23 febbraio 2007