BRAMBILLA:”PIU’ VICINI ALLA GENTE, CAMBIAMO MARCIA”

Ministro Michela Vittoria Brambilla, da responsabile dei movimenti del Pdl si sente chiamata in causa dal richiamo del premier sugli «errori» commessi?
«Ma quale “strigliata” al partìto… Il presidente Berlusconi si riferisce alle recenti mosse di Gianfranco Fini e degli uomini a lui più vicini: soltanto critiche all’operato del governo, mai costruttive, nessun accen­no a quanto di valido è stato fatto in due anni di legislatura. Un progetto che anda­va, s’è visto, in una sola direzione: la scissio­ne dal Popolo della libertà e la nascita di un gruppo autonomo».
Un trauma per il partito italiano più vo­tato?
«Come si può ben comprendere, è stato un fatto problematico. Ma quello che gli italiani devono sapere è che l’attività del go­verno non è stata minimamente intaccata negli ultimi mesi. Io stessa ho portato giove­dì scorso in Consiglio dei ministri il Codice del turismo, nel pieno della presunta bufe­ra all’interno della maggioranza. Nessuno degli altri miei colleghi ministri si è fermato davanti alle polemiche che leggiamo sui giornali».
E allora, perché il richiamo al territo­rio?
«Il premier conosce meglio di chiunque altro la storia del partito che ha fondato. Dal 2008 in poi, soprattutto, l’azione di radi­camento nel territorio sta proseguendo senza sosta. Un processo appena rallentato dal­la preparazione dei numerosi appunta­menti elettorali, peraltro tutti stravinti dal­la nostra formazione. Adesso, è vero, biso­gna cambiare marcia e completare il radica­mento».
Il Cavaliere chiede di ripartire dalle 61mila sezioni elettorali.
«La struttura organizzativa dei Team delIa libertà arriva a raggiungere 200-300 famiglie per sezione. Ognuna di essa conta una ventina di coordinatori incaricati di stringe­re rapporti con i dttadini e tenere vivo il confronto tra gli italiani e Silvio Berlusconi».
Un filo diretto tra gli elettori e il loro leader è possibile anche con i grandi numeri?
«È quello che stiamo già facendo da tem­po, a partire dalla stagione dei Promotori della libertà. Personalmente seleziono e sottopongo all’attenzione del premier deci­ne di lettere ed e-mail, almeno una volta a settimana. Lui legge tutto con cura, sottoli­nea istanze e suggerimenti con un eviden­ziatore giallo, accetta le critiche, trae spunti dalle osservazioni dei militanti e li tramuta in spunti per l’attività di governo».
La comunicazione non era uno dei pun­ti di forza di Fi prima e del Pdl poi?
«Il presidente Berlusconi definisce la stra­tegia. A me, Denis Verdini e Mario Mantova­ni, attraverso i Team della libertà, spetta un compito delicato: mettere in pratica queste direttive attraverso il contatto con la gente. Noi, e soltanto noi, con la politìca dei palazzi non abbiamo mai avuto nulla a che fare sin dal principio».

Giacomo Susca, “il Giornale”, 11 ottobre 2010