Mi rivolgo soprattutto, alla stampa, alle televisioni, a tutti i mezzi di comunicazione, perché la campagna che vi presentiamo ha bisogno di voi. Dobbiamo illuminare con la forza dell’informazione una zona d’ombra, che pesa sulla coscienza del mondo che si definisce civile. Per questo l’abbiamo voluta con tutte le nostre forze. L’ho voluta con tutte le mie forze. L’iniziativa che oggi vi presentiamo ha l’obbiettivo di contrastare in tutti i modi quelle forme di turismo che, mascherandosi troppo spesso sotto altre sembianze, hanno come fine l’abuso sessuale e lo sfruttamento di minori. Un fenomeno questo che ha purtroppo messo radici in tutto il mondo e che ha fortemente contribuito ad alimentare il mercato della prostituzione minorile che, secondo le più recenti stime, produce ogni anno un volume di affari complessivo che sfiora i 100 miliardi di dollari.
E siccome non è certo questo il tipo di “turismo” – che io non esito a chiamare “viaggi della vergogna” – che l’Italia intende tollerare, ecco che il Governo ha ora deciso di scendere in campo con una propria forte e concreta iniziativa, utilizzando anche tutti gli strumenti di comunicazione, di dissuasione e di contrasto, che la nostra legislazione già, in parte, prevede.
Ma la vera novità sta nella determinazione del Governo di mettere insieme tutti gli operatori dell’industria turistica che, lavorando in questo settore, hanno oggi efficaci poteri non solo di sorveglianza ma anche di concreta azione di opposizione a questo tipo di fenomeni.
Come vorrei ringraziare fin da ora per la collaborazione l’Ecpat Italia che fa parte di una rete internazionale che opera in oltre 130 Paesi e che ha come obbiettivo proprio quello di contrastare la prostituzione, la pornografia infantile e il traffico di minori a scopo sessuale.
La nostra campagna si articolerà su alcune linee direttrici.
In primo luogo, realizzeremo un efficace programma di comunicazione che, attraverso manifesti, pagine pubblicitarie, locandine, brochure e spot da veicolare in tutti i luoghi dove è solito accedere o transitare il turista, possa sensibilizzare il cittadino sulla gravità di questo fenomeno, fino ad ora, almeno in Italia, mai abbastanza evidenziato e denunciato.
Il messaggio sarà chiaro, diretto ed efficace, tale insomma da poter stimolare l’attenzione e la sensibilità dei cittadini e soprattutto di quelli che praticano il turismo in ogni altra parte del mondo.
L’iniziativa prevede inoltre l’adozione di un codice di “Certificazione Turismo Responsabile” che impegnerà i Tour operator, le agenzie di viaggio, le imprese ricettive e poi anche le compagnie aeree e le strutture aeroportuali a regolare in tal senso le loro attività e ad adottare nei confronti della loro clientela, norme di comportamento che siano le più funzionali alla lotta di quello che definisco uno dei più spregevoli crimini dell’umanità: lo sfruttamento sessuale commerciale dei bambini.
L’elenco dettagliato delle regole e delle norme di comportamento della “Certificazione Turismo Responsabile” potete trovarlo nella documentazione che oggi vi forniamo.
Ma tengo ad anticiparvi che non si tratta, sotto il profilo etico oltre che normativo, di banali o soltanto virtuali correttivi che, sia pure codificati in un documento, poi rischiano di non incidere nella sostanza dei fatti.
Non è così perchè è previsto che le aziende e le strutture che adotteranno questo codice di comportamento dovranno davvero impegnarsi concretamente nell’ambito della loro attività.
Intendo parlare di norme che, ad esempio, impegnano l’azienda, il vettore o la struttura :
– a portare a conoscenza dei loro clienti e con la massima chiarezza il proprio impegno contro lo sfruttamento sessuale dei minori nell’ambito del turismo;
– ad inserire nei contratti da stipulare con i corrispondenti esteri precise clausole per non agevolare, in alcun modo, il contatto fra il turista ed eventuali sfruttatori di minori a fini sessuali;
– a richiedere alle strutture alberghiere, mediante precise clausole contrattuali, di non consentire l’accesso, nelle camere dei clienti, a minori del luogo che possano essere gestiti da persone o organizzazioni che operano nel settore dello sfruttamento sessuale e della prostituzione e all’obbligo di includere la clausola di recesso se queste condizioni non verranno rispettate;
– a non utilizzare messaggi pubblicitari che, in qualche modo, possano essere talmente vaghi o ambigui da creare suggestioni o assecondare opportunità di questo genere nei luoghi di destinazione dei viaggi che vengono proposti.
Ma – e vengo così ad un altro importante obbiettivo che la nostra iniziativa intende realizzare – è anche arrivato il momento che le aziende diffondano con maggiore chiarezza, in modo che anche i turisti ne siano consapevoli, le norme di legge appositamente varate nel 1998 e che fino ad ora sono rimaste largamente disattese.
L’articolo 5 di questa legge non potrebbe essere più chiaro quando afferma che “chiunque organizza o propaganda viaggi finalizzati alla fruizione di attività di prostituzione a danno di minori o comunque comprendenti tale attività è punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da trenta a trecento milioni (di vecchie lire)”.
Aggiungendo il non trascurabile dettaglio che questo reato è punito anche “indipendentemente dall’effettivo raggiungimento dello scopo”. Cioè già l’aver proposta o programmata in qualche modo un’offerta del genere è da considerarsi reato.
Ancora più significativo è l’articolo 10 che fa rientrare nella nostra giurisdizione penale anche “il fatto commesso all’estero dal cittadino italiano”.
Il che vuol dire che il turista che commette simili reati all’estero, può essere processato anche in Italia insieme al tour operator o all’azienda di viaggi che sono stati con lui, in qualche modo, conniventi.
Penso inoltre che sia indispensabile chiedere agli operatori turistici che organizzano viaggi collettivi o individuali in paesi esteri di inserire nei programmi o nei documenti di viaggio che vengono consegnati agli utenti, un esplicito richiamo a queste norme di legge e alle pene previste per questo tipo di reato.
Ma se questa legge è operativa da più di dieci anni, che senso ha ora riportare alla luce e con grande evidenza questo problema?
Mi pare che queste siano le principali motivazioni.
In primo luogo questa legge, nonostante l’impegno delle organizzazioni che, come l’Ecpat, hanno fatto di tutto per promuoverla e diffonderla, è rimasta, in gran parte, nel dimenticatoio.
E si deve al corretto comportamento di molte delle nostre strutture che operano sul fronte del turismo – e di questo vorrei qui dar loro atto – se la sua scarsa applicazione non ha fino ad oggi provocato guai peggiori.
È anche evidente però che, in questi anni, i flussi turistici hanno assunto ormai latitudini tali – siamo vicini al miliardo di viaggiatori l’anno in giro per il mondo – da attirare l’interesse di organizzazioni criminali che, anche in questo settore, hanno trovato il modo di incentivare tutte le loro forme di attività.
Tanto più criminose se, come possiamo leggere nelle statistiche e nelle stime redatte di recente dall’Ecpat, i minori che oggi sono costretti a prostituirsi nel mondo sono più di due milioni e mezzo e il 40% di essi non ha più di dodici anni, con una componente femminile che tocca il 75%.
Possiamo parlare di guerre, di povertà in intere regioni del mondo, di abolizione della pena di morte e di molti altri gravi problemi, ma il fatto che vi siano ancora oggi così tanti bambini, bambine ed adolescenti costretti a fornire le loro prestazioni sessuali a turisti in giro per il mondo in cerca di simili svaghi mi pare vergognoso ed inaccettabile.
Credo sia arrivato il momento per tutti i governi del mondo di adottare campagne e soprattutto mezzi concreti di contrasto per combattere questo vergognoso fenomeno.
Ed è arrivato anche il momento che, sul versante più generale della pedofilia – un mercato che è diventato gigantesco ed incontrollabile grazie ad Internet e ai nuovi sistemi informatici – i governi comincino, tutti insieme, a fare qualcosa di davvero efficace.
Per quanto ci riguarda noi abbiamo deciso di combattere senza quartiere, con ogni mezzo a nostra disposizione, questa forma di “turismo” della vergogna, che troppi pensano di praticare impunemente in Paesi dove non vi sono regole e leggi altrettanto severe.
Non ci si salva la coscienza – e non solo quella – commettendo altrove quei reati che non si possono commettere nel proprio paese.
E vi garantisco che, per la riuscita di questa campagna, impegneremo tutte le forze e le energie disponibili.
Negli aeroporti, nelle riviste che trovate sugli aerei, nei documenti che i tour operator e le agenzie di viaggio consegnano alla loro clientela e con ogni altro veicolo possibile.
Governo e operatori della filiera turistica: tutti insieme per un turismo responsabile.
E sarebbe bene che anche i media si unissero a noi occupandosi il più possibile di questo dramma.
Più ne parleremo, più faremo comunicazione, più ci avvicineremo alla soluzione del problema. Il silenzio, in questo genere di battaglie, vuol dire oggettivamente complicità.
E se tutto ciò sarà subito possibile, è perché tutti gli operatori del turismo si sono già dichiarati pronti a seguirmi con determinazione per la realizzazione di un turismo responsabile.
Infine, vi comunico che intendo coinvolgere in questo progetto i governi del mondo, invitandoli personalmente a fare propria la nostra iniziativa ed i contenuti della nostra campagna.
Ringrazio fin d’ora la stampa, le televisioni, i colleghi giornalisti per tutto quello che potranno fare a sostegno della nostra battaglia. Che andrà a buon fine perchè anche questo fa parte della migliore tradizione italiana, cioè la sensibilità, l’attenzione e la solidarietà per chi soffre, soprattutto quando si tratta di bambini innocenti .