Di seguito il testo dell’intervista di Vittorio Feltri, al ministro Michela Vittoria Brambilla, pubblicata il 17 luglio 2011 sul quotidiano “il Giornale”
Non sarebbe nemmeno il caso di ricordarlo: non è un bel momento per la vita pubblica italiana. I commentatori fanno a gara nel prevedere sciagure e disastri; l’opposizione è eccitata all’idea che Silvio Berlusconi sia sul punto di lasciare per sfinimento; e nella maggioranza, molti si ingegnano per sopravvivere qualora caschi tutto. Nell’incertezza ciascuno si arrabatta come può. Domina il timore di compiere qualche passo falso. Sarà per questo che da alcuni giorni chi ha responsabilità di governo si espone malvolentieri, parla poco o non parla affatto delle difficoltà di cui è cosparso il terreno politico.
Fra i ministri, le donne sembrano le più coraggiose, le più disponibili a dire come la pensano, le più ostinate nel lavoro. Anche se il domani fa paura, pensano al presente e non disattendono ai loro doveri. Una settimana fa, quando eravamo già in piena bagarre finanziaria, abbiamo intervistato Mariastella Gelmini, responsabile della Pubblica Istruzione, la quale ha annunciato un progetto: ridurre a cinque gli anni di medicina. E un’intenzione: assumere un certo numero di precari (67mila, addirittura) nella scuola. Oggi abbiamo rivolto una ventina di domande a Michela Vittoria Brambilla, al vertice del dicastero del Turismo. A giudicare dalle sue risposte, la signora deve avere imparato in fretta l’arte di navigare nella burrasca. Ma qualcosa di interessante le è sfuggito di bocca. Ecco il testo della chiacchierata.
Signora Ministro, sulla Stampa, Federico Geremicca ha scritto un articolo in cui prevede uno scossone definitivo che farà crollare, forse domani stesso, un altro pezzo di economia e l’intero governo. Lei ha già preparato le valigie o non si lascia impressionare dal cicaleccio menagramante?
Agli interventi esterni per sovvertire la volontà popolare siamo abituati. E ritengo che la fonte da lei citata ecceda nel catastrofismo. Il Governo ha dimostrato di avere la forza e la capacità per portare a compimento una manovra molto impegnativa. Io farò la valigia quando sarà il voto a decretare che devo andarmene. A parte il cicaleccio e le trame da corridoio, questi sono i fatti e i menagramo, si sa, votano tutti dall’altra parte.
Davanti alla situazione che si deteriora ogni giorno, che tipo di discorsi fa con Berlusconi? Ha potuto capire se lui ha qualche carta importante da giocare per raddrizzare il timone?
Il timone del governo è talmente dritto da riuscire a condurre in porto un’azione che risponde con efficacia a tutti gli attacchi di questi giorni non solo contro l’Italia ma anche contro la moneta europea. E aggiungo che con il presidente Berlusconi e gli altri ministri si parla solo delle cose che stiamo facendo e di quel che dobbiamo ancora fare. Di tutto il resto, compresi i gossip, non ce ne frega nulla.