BRAMBILLA:”SIAMO PRONTI ALLA BATTAGLIA”

“«È arrivato il momento che, tutte le forze che in un modo o nell’altro lottano contro questa sinistra, procedano, ora che sta per arrivare il momento dello show down, con il massimo della coesione possibile». Anche Michela Vittoria Brambilla, la «rossa» leader dei Circoli della libertà, non ha dubbi: l’unione fa la forza, soprattutto del centrodestra.
E soprattutto ora che, con la discesa in campo di Veltroni, il centrosinistra sembra aver virato verso un’altra direzione. Guai, però, a parlare di un cambio di strategia. «C’è un governo di centrosinistra – si domanda – che è ormai, come dicono tutti i sondaggi, in uno stato preagonico e dovrebbe essere il centrodestra a cambiare i suoi programmi?».
Bene, ma allora è forse meglio restare alla finestra in attesa dell’implosione? «Il centrodestra – risponde – non ha alcuna intenzione di tirar fuori le castagne dal fuoco ad uno schieramento che sta andando verso un rapido e forse anche definitivo logoramento. Sei italiani su dieci hanno ormai detto chiaro e tondo di non poterne più di questa sinistra. E, in democrazia, quel che conta è sempre e solo il pallottoliere».
Insomma, la ricetta di Brambilla è chiara: niente cambio di strategia e massima coesione. Quanto alle forme con cui la Cdl potrà riorganizzarsi (se lo vorrà) nessuna ipotesi. Nessun accenno al partito unico, niente Federazione, niente di niente. Anche perché il «caterpillar» Brambilla ha già il suo bel da fare con le migliaia di Circoli della libertà ormai presenti in tutta Italia.
«La nostra strategia di movimento è presto detta – continua -. Vogliamo realizzare tutte quelle vere riforme che questa sinistra, per come è composta, non riuscirà mai a fare. Con una novità importante che vorrei sottolineare: le riforme che intendiamo proporre sulla scuola, sulla sanità, sulla liberalizzazione dei servizi, sull’assetto delle strutture di sicurezza per la lotta alla criminalità nasceranno dal basso, cioè dalle esigenze reali che i cittadini manifestano e non viceversa. Su una cosa, poi, siamo pronti a raccogliere la sfida che, non si sa con quali forze alle spalle, Veltroni ha lanciato dal podio mediatico del Lingotto»,
Cioè? «Parlo delle riforme di carattere costituzionale che ormai sono indispensabili per far decollare questo Paese ed assicurargli un futuro. Il che vuoi dire: sostanziale taglio del numero dei parlamentari, rafforzamento dei poteri dell’esecutivo, taglio non solo del numero dei ministeri ma anche di tutte le strutture e gli apparati dell’amministrazione pubblica sul territorio».
Quindi, in fondo in fondo, Veltroni ha fatto breccia anche nel cuore della dura Brambilla. «Veltroni – replica stizzita – si è comportato come quei cuochi che, per cercare di eliminare l’odore e soprattutto il sapore di un pesce ormai avariato e quindi immangiabile, lo portano in tavolo dopo averlo ricoperto di profumate spezie e di erbe aromatiche. In un altro Paese, i suoi 100 minuti di emozionali scorribande sul progetto politico oggi necessario per consentire all’Italia un salto verso la modernità, verrebbero considerati un vero e proprio reato di plagio. Pura teoria, giochi di specchi, infusioni di tipo mediatico».
Eppure anche Brambilla, per un momento, ci aveva sperato. «L’operazione Veltroni – dice – avrebbe avuto un senso compiuto se, contemporaneamente ad essa, si fosse mandato a casa Prodi. Il fatto che il Professore resti ben saldo a Palazzo Chigi e cominci ad alzare robuste barricate per resistere agli assedianti, annulla ogni effetto e anzi, peggiora la situazione perché anche le idee e le formule lanciate da Veltroni finiranno presto nel tritacarne».
In attesa di vedere cosa accadrà la «rossa» dei Circoli della libertà affila le sue armi e si gode le dichiarazioni di chi (sempre di più nel centrodestra) ormai considera la sua iniziativa indispensabile per il futuro della Cdl. E a chi la vede in pole position come leader del nuovo centrodestra, magari con investitura ufficiale di Berlusconi, risponde: «Io delfino di Berlusconi? Mi considero solo uno di quei tanti milioni e milioni di italiani che vogliono vivere in un Paese finalmente libero e moderno. Pronta a fare, per raggiungere questo risultato, anche solo il portatore d’acqua».”
Il Tempo, 01/07/07