Di seguito il testo dell’intervista al ministro Michela Vittoria Brambilla, pubblicata sul Corriere della Sera il 19 agosto 2011.
No all’aumento dell’Iva, farebbe alzare i prezzi e ucciderebbe i consumi. Sì alla liberalizzazione delle aperture dei negozi, che i consumi invece li aumenterebbe. E sì anche al quoziente familiare per rimodulare il contributo di solidarietà. Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo, annuncia che ci sarà un comitato di ministri e capigruppo del Pdl che nella prossima settimana tornerà a rivedere la manovra per, anticipa, “formulare una linea unica del partito”.
Sarà ascoltata anche la “fronda” interna del partito?
“La manovra è stata fatta in 4 giorni, può essere migliorata, ma non stravolta. Le richieste arrivano da varie parti. Si valuteranno e si troverà una posizione unitaria del Pdl”.
Potrebbe essere rivisto anche il contributo di solidarietà?
“Proporrò di rimodularlo in base al quoziente familiare considerando figli e familiari a carico. Un alleggerimento per le famiglie che hanno più difficoltà dei single”.
C’è chi propone di recuperare entrate extra tassando chi ha approfittato dello scudo fiscale per far rientrare capitali dall’estero.
“E’ impossibile cambiare in corsa le regole del gioco”.
Per tutti gli italiani colpiti dalla manovra si sta facendo.
“No, intendevo dire che sarebbe ottimo, ma c’è la difficoltà tecnica di riuscire a individuarli a posteriori, perché protetti dall’anonimato”.
E aumentare l’Iva?
“Sono contrarissima. E’ il momento di dare coraggio e stimoli al mercato. Invece con l’aumento dell’Iva si comprimerebbero i consumi e la via dello sviluppo sarebbe ancora più in salita. Inoltre i prezzi aumenterebbero, pesando sulle famiglie: con aumento al 21% ci sarebbe un aggravio di 8-9 miliardi per i consumatori. E quando c’è un rialzo dei prezzi non si sa quando si ferma. Senza considerare che l’Iva è già la tassa più evasa”.
Sul turismo l’Iva è al 10%. Lascerebbe invariata anche quella?
“Assolutamente sì. E’ tra le più alte in Europa: in Spagna è al 7 e in Francia al 5,5. Vogliamo deprimere il turismo proprio ora che dà segnali di ripresa?”.
In questa estate di crisi molti lamentano un calo dei turisti.
“No, no. I dati dell’Osservatorio Nazionale del Turismo danno un aumento di stranieri del 4% e il turismo nazionale è aumentato in agosto di 3 milioni. Il turismo è oggi l’attività produttiva che produce sviluppo, crescita e occupazione. Vogliamo bloccarla? Difendiamo altre misure piuttosto”.
Ad esempio?
“La liberalizzazione di orari e giorni di apertura dei negozi. Lo avevamo già fatto con Comuni turistici e città d’arte e l’Ipsos ha sondato il 71% di italiani che ci chiedeva di estenderla a tutto il Paese. La manovra lo fa: i negozi potranno essere aperti sempre. E’ una vera e propria rivoluzione che ci pone al livello dei grandi Paesi europei. Ma pensiamo che, secondo una stima della Bocconi, il solo raddoppio delle aperture di domeniche e festivi vale un quarto di punto di Pil”.
La soppressione delle festività non va in direzione opposta?
“E’ un punto sul quale stiamo riflettendo. Anche se quest’anno, che il 1° maggio e il 25 aprile cadevano di domenica, il turismo ha un consuntivo positivo”.
L’accorpamento dei piccoli comuni colpisce anche località turistiche. Lei che ne pensa?
“Tagli e accorpamenti sono cosa diversa. Abbiamo avuto il coraggio di tagliare 54 mila poltrone. Sugli accorpamenti valutiamo, ma proprio dai tagli degli apparati si possono liberare risorse. E con l’anticipo del federalismo fiscale chi amministrerà bene sarà premiato”.
Ripensamenti sulle pensioni?
“Con questa manovra abbiamo salvaguardato stipendi, pensioni e anche i piccoli risparmiatori perché con la patrimoniale avrebbero pagato loro mentre i capitali li avrebbero portati all’estero. Ma, ripeto, dobbiamo sostenere i consumi e non deprimerli per generare crescita, sviluppo e occupazione”.
Virginia Piccolillo