“Il turismo è la prima industria nazionale, genera l’11% del Prodotto interno lordo (Pil), muove un fatturato di 90 miliardi di euro, dà lavoro a 2 milioni di persone, eppure è a da anni un malato grave: calo delle presenze totali e degli arrivi all’estero, retrocessione al quinto posto nella graduatoria mondiale dei paesi più visitati e al 173° posto in quella, ben più importante, della competitività del sistema. Per Michela Vittoria Brambilla, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Turismo, il lavoro non manca. E i problemi nemmeno.
Onorevole Brambilla, forse più che la prima industria nazionale, il presidente Berlusconi le ha affidato la più grossa grana del sistema economico italiano.
Visto che lei comincia così, le voglio ricordare le parole del presidente quando mi ha presentato alla stampa in una riunione a Palazzo Chigi, il 2 luglio del 2008.
Che cosa ha detto?
Che da un politico con la mia formazione e la mia storia imprenditoriale (sono stata per anni presidente dei giovani di Confcommercio e mi sono occupata a lungo proprio di turismo) si aspettava “iniziative concrete e realizzazione immediate”. Perché è vero che il turismo è nelle condizioni drammatiche che tutti conosciamo e che nel 2008 si sono ancor più aggravate, ma c’è un solo responsabile”.
Non dica che è tutta colpa del governo che vi ha preceduto…
No, dico tutti i governi degli ultimi vent’anni almeno. Nessuno si è curato del turismo, tanto funzionava da solo e in passato bastava davvero poco per essere il primo Paese turistico al mondo.
Così è stato fino agli anni Settanta…
Sì, poi è cominciato un lento declino, accentuato dalla sciagurata decisione di cancellare il ministero del Turismo e di affidare tutte le competenze in via esclusiva alle Regioni. Con le conseguenze che vediamo.
La soppressione del ministero è stata la scelta di abbandonare il nucleare quando gli altri Paesi europei cominciavano a costruire centrali?
Esatto. E per continuare nella similitudine, noi abbiamo abbandonato l’idea di una programmazione turistica proprio nel momento in cui i nostri competitor, assai più lungimiranti, cominciavano a mettere in cantiere politiche di sistema. La Maison de France e Tour España nascono in quel periodo,
Da noi, invece la regionalizzazione ha prodotto il paradosso dell’esplosione delle spesa e dell’implosione del sistema in termini di risultati.
Per questo parlo di emergenza: nel 2008, complice anche la crisi economica mondiale, c’è stata una débâcle: il 6% in meno a livello nazionale, il 17% in meno nelle regioni del Sud, che invece dovrebbero essere la punta di diamante del sistema, lo 0,4% in meno di Pil e una perdita stimata in circa 4 miliardi di euro, una mezza Legge finanziaria,
E allora bisogna cambiare qualcosa prima che sia troppo tardi.
Ed è quello che sto facendo. Ho appena siglato con la Conferenza delle Regioni due protocolli, uno per la definizione degli standard degli alberghi (le famose stelle che segnalano il livello dell’offerta) l’altro per l’avvio di una strategia comune nella promozione internazionale. Deve finire questa situazione n cui ogni regione di promuove per suo conto sui mercati internazionali.
Quando si parla di mettere a fattore comune le risorse regionali, o almeno una quota, si tocca un nervo sensibilissimo. I soggetti pubblici locali – Regioni, Comuni, Apt e così via – spendono 1,3 miliardi di euro all’anno e gran parte di questi soldi serve a mantenere la struttura, cioè il sistema stesso dei poteri locai. Per questo aver firmato un protocollo con le Regioni può non volere dire nulla.
Io non voglio sparare indiscriminatamente sulle Regioni. Immagino che ci siano quelle più virtuose e quelle meno virtuose. E non è vero che un protocollo d’intesa è un foglio di carta inutile. Ma non posso essere io a cambiare l’assetto istituzionale del Paese e creare un centro decisionale unico del turismo, magari con una decretazione d’urgenza.
Ma perfino un Paese federale vero come la Spagna, con regioni che hanno una lunga tradizione di autonomia, c’è riuscito.
La Spagna è un modello. Ha avviato un percorso virtuoso coinvolgendo mano mano singole realtà locali su progetti specifici di promozione del sistema Paese. Diciamo che ha fatto della buona concertazione turistica. Proprio come sto facendo io. Sto lavorando agli Stati generali del turismo che si terranno ad aprile, dai quali uscirà il primo piano strategico nazionale.
Giuseppe Corsentino, 25 febbraio 2009, “Panorama Economy”
