Il turismo non si improvvisa, soprattutto nel Belpaese. Ecco perché il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Turismo, l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, ha creato ieri il ‘Comitato per la razionalizzazione della formazione turistica e la promozione della cultura dell’ospitalità’, sotto la regia del dipartimento Turismo di Palazzo Chigi. Con lo scopo di migliorare i piani formativi, che in Italia “non sono adeguati alle nuove esigenze del lavoro e delle imprese”, il comitato, formato da 21 esperti provenienti da tutta Italia, si riunirà periodicamente e, a titolo gratuito, formulerà proposte e correttivi volti a far riprendere all’Italia il ruolo che le compete e che “da troppo tempo abbiamo perso”.
Insomma, si deve cambiare registro. “Non c’è un incontro fra la formazione e ciò che le imprese richiedono”, ha detto Brambilla, presentando l’iniziativa, “abbiamo più di 100 facoltà di scienze del turismo e anche molte scuole post-laurea, ma la domanda delle aziende si concentra soprattutto sulle misure professionali medio-basse”, ha continuato il sottosegretario. “Così il giovane appena laureato finisce quasi sempre per cercare opportunità di lavoro al di fuori del settore turismo o all’estero. Ecco perché non è più procrastinabile un’analisi profonda dell’intero sistema formativo del turismo in Italia”, che spetterà ai membri di questo nuovo comitato, coordinato dal professor Armando Peres, docente di “Sostenibilità del Turismo e Valorizzazione del Territorio” all’università Iulm di Milano. È in programma anche la valutazione di un progetto per la realizzazione di un Centro di Eccellenza Internazionale per la formazione turistica da collocare al Nord, al Centro Italia e possibilmente anche nel Mezzogiorno. “Quest’area”, osserva l’esponente di governo, “ha un concentrato di ricchezza dal punto di vista paesaggistico, ambientale, artistico ed enogastronomico, ma presenta delle lacune in fatto di infrastrutture, trasporti, qualità e ricettività dei servizi”. Un Mezzogiorno che in un anno riunisce più o meno lo stesso numero di turisti della sola città di Venezia. Senza contare che per due terzi, fa notare il sottosegretario, il turismo non scende sotto Roma.
“Abbiamo già un accordo con il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini”, ha annunciato Brambilla, “alla quale verrà consegnata la proposta di razionalizzazione della formazione turistica, in modo che anch’essa possa essere inserita nella riforma della scuola ora in atto. Infatti serve un dialogo aperto tra imprenditoria turistica e responsabili che coordinano le aree didattiche e di formazione. Il nostro turismo ha chiuso il 2008 con una perdita di 4 miliardi, uno 0,3% del fatturato”, ricorda il sottosegretario, “noi stiamo lavorando per creare nuovi percorsi, nuovi itinerari, nuove offerte che vadano in un contesto di destagionalizzazione. Tra questi vi è la promozione del turismo all’aria aperta, dei parchi, delle bellezze paesaggistiche ed ambientali che vogliamo vendere e promuovere come fino ad oggi non è mai stato fatto”.Valeria Fatone, “Libero”, 23 aprile 2009
Insomma, si deve cambiare registro. “Non c’è un incontro fra la formazione e ciò che le imprese richiedono”, ha detto Brambilla, presentando l’iniziativa, “abbiamo più di 100 facoltà di scienze del turismo e anche molte scuole post-laurea, ma la domanda delle aziende si concentra soprattutto sulle misure professionali medio-basse”, ha continuato il sottosegretario. “Così il giovane appena laureato finisce quasi sempre per cercare opportunità di lavoro al di fuori del settore turismo o all’estero. Ecco perché non è più procrastinabile un’analisi profonda dell’intero sistema formativo del turismo in Italia”, che spetterà ai membri di questo nuovo comitato, coordinato dal professor Armando Peres, docente di “Sostenibilità del Turismo e Valorizzazione del Territorio” all’università Iulm di Milano. È in programma anche la valutazione di un progetto per la realizzazione di un Centro di Eccellenza Internazionale per la formazione turistica da collocare al Nord, al Centro Italia e possibilmente anche nel Mezzogiorno. “Quest’area”, osserva l’esponente di governo, “ha un concentrato di ricchezza dal punto di vista paesaggistico, ambientale, artistico ed enogastronomico, ma presenta delle lacune in fatto di infrastrutture, trasporti, qualità e ricettività dei servizi”. Un Mezzogiorno che in un anno riunisce più o meno lo stesso numero di turisti della sola città di Venezia. Senza contare che per due terzi, fa notare il sottosegretario, il turismo non scende sotto Roma.
“Abbiamo già un accordo con il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini”, ha annunciato Brambilla, “alla quale verrà consegnata la proposta di razionalizzazione della formazione turistica, in modo che anch’essa possa essere inserita nella riforma della scuola ora in atto. Infatti serve un dialogo aperto tra imprenditoria turistica e responsabili che coordinano le aree didattiche e di formazione. Il nostro turismo ha chiuso il 2008 con una perdita di 4 miliardi, uno 0,3% del fatturato”, ricorda il sottosegretario, “noi stiamo lavorando per creare nuovi percorsi, nuovi itinerari, nuove offerte che vadano in un contesto di destagionalizzazione. Tra questi vi è la promozione del turismo all’aria aperta, dei parchi, delle bellezze paesaggistiche ed ambientali che vogliamo vendere e promuovere come fino ad oggi non è mai stato fatto”.Valeria Fatone, “Libero”, 23 aprile 2009