CACCIA AL TROFEO, ON. BRAMBILLA: “BENE LE CARTOLINE DI PROTESTA AL MINISTRO, ORA VIETARE L’IMPORTAZIONE”

“Praticare la caccia al trofeo è un comportamento irresponsabile e inaccettabile: vuol dire, per pura vanità, “comprare la vita” di animali che appartengono a specie esotiche protette proprio mentre, di anno in anno, cresce il rischio di vederle scomparire del tutto. Bene ha fatto Humane society international/Europe a sensibilizzare il ministro Pichetto Fratin con migliaia di cartoline firmate dagli italiani contrari all’uccisione di leoni, tigri, rinoceronti, elefanti…La caccia al trofeo va fermata: per via amministrativa, com’è avvenuto in alcuni Paesi europei, oppure per legge, approvando la proposta che ho presentato al Parlamento nei giorni scorsi”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla (misto), presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commenta l’iniziativa di Hsi/Europe, da tempo impegnata in una campagna contro questi macabri souvenir, che, a determinate condizioni, è ancora legale procurarsi.

“L’importazione, l’esportazione e la ri-esportazione di trofei di caccia da animali come tigri, rinoceronti, ippopotami – ricorda la deputata – non sono attività così marginali come si potrebbe credere a prima vista. Oltre quattrocento trofei transitati in Italia tra il 2014 e il 2020 rappresentano un numero significativo nel contesto di quasi-estinzione delle popolazioni animali più a rischio e risultano particolarmente odiose per la natura stessa della caccia al trofeo, che sacrifica un patrimonio inestimabile al divertimento e al protagonismo esibizionistico dei cacciatori”.

“Sarebbe un bel segnale per la conferenza dei 184 paesi aderenti alla Convenzione sul commercio internazionale delle specie in via di estinzione (CITES) che si sta svolgendo a Panama – sottolinea l’on. Brambilla – se il nuovo governo italiano vietasse da subito la movimentazione dei trofei, con un semplice atto amministrativo. Altrimenti invito il Parlamento ad esaminare ed approvare la proposta di legge a mia firma”. Il testo, in caso di violazione del divieto di importazione, esportazione e ri-esportazione dei trofei di caccia di animali appartenenti a specie CITES, prevede la pena dell’arresto fino a tre anni e dell’ammenda fino a 200.000 e 300.000 euro in casi di recidiva, nonché della confisca dei trofei di caccia che, sentita la Commissione CITES, saranno distrutti o utilizzati a fini didattici.