COMMISSIONE INFANZIA, ICOM: DIFFERENZIARE PER ETA’ L’OFFERTA DIDATTICA DEI MUSEI. ON. BRAMBILLA: “MOLTO RESTA DA FARE PER FAVORIRE L’INCONTRO TRA I GIOVANISSIMI E IL NOSTRO PATRIMONIO CULTURALE”

Differenziare l’offerta didattica secondo le diverse fasce d’età dei minori (infanzia, dai 6 agli 11 anni, dai 12 ai 17), coinvolgere le famiglie, migliorare il coordinamento tra scuole e musei, favorire la formazione specifica di insegnanti ed operatori museali. Sono alcune delle raccomandazioni formulate dalla sezione italiana dell’ICOM (International Council of Museums) al termine di un’indagine sul rapporto con la didattica in 20 musei del nostro Paese, illustrata oggi alla commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, sotto la presidenza dell’on. Michela Vittoria Brambilla, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla fruizione dei beni culturali da parte dei minori.

Dall’indagine (campionaria, su musei di tipologia diversa, omogeneamente distribuiti sul territorio nazionale) è emerso un quadro abbastanza confortante: l’85 per cento delle istituzioni museali interpellate svolge attività didattiche con personale interno (per lo più servizi a pagamento), il 60 per cento offre attività didattiche gratuite, nel 95 per cento dei casi si tratta di laboratori e percorsi tematici con attività manuali, il 65 per cento propone servizi didattici in collaborazione con le istituzioni scolastiche. Non mancano esempi di buone pratiche didattiche, come il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e la Pinacoteca di Brera, paragonabili da questo punto di vista ad ormai classiche esperienze straniere come il Centre Pompidou di Parigi, il Deutsches Museum di Monaco di Baviera, il Guggenheim di New York.

“Naturalmente – specifica la presidente Brambilla – moltissimo resta da fare per favorire l’incontro tra i giovanissimi e il nostro immenso patrimonio culturale. Dall’indagine conoscitiva che abbiamo svolto e che qui si conclude, almeno nella parte di ascolto, deriveranno raccomandazioni e proposte che speriamo possano dare un contributo significativo nella direzione che tutti auspichiamo: la formazione di cittadini maturi e consapevoli, anche del loro vastissimo retroterra culturale”.