CONVENZIONE DI ISTANBUL, BRAMBILLA: “OGGI UN TRAGUARDO IMPORTANTE, MA DOBBIAMO ADEGUARE LE NOSTRE LEGGI”

Grande soddisfazione è stata espressa dall’on. Michela Vittoria Brambilla per l’approvazione, nell’assemblea di Montecitorio, della proposta di legge di ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, il più avanzato strumento di diritto internazionale, valido in tempo di pace come in tempo di guerra, che si prefigge l’obiettivo di prevenire e contrastare la violenza di genere in tutte le sue forme. “Un fenomeno – sottolinea l’on. Brambilla, recentemente nominata dal presidente Berlusconi suo consigliere per i temi etici, sociali e solidali – che è manifestazione di un antico e radicato pregiudizio sull’inferiorità della donna ed è purtroppo diventato, nel nostro Paese, un’emergenza quotidiana. Come dimostrano i numeri – 903 donne uccise da uomini tra il 2005 e il 2012, quasi sette milioni le donne italiane che hanno subito in vita loro qualche forma di violenza – e le storie che la cronaca degli ultimi giorni ci ha consegnato”.
“Il voto di oggi – commenta l’ex ministro del turismo – è un traguardo importante, auspicato fin da quando, nel settembre scorso, l’Italia ha sottoscritto il testo della convenzione, ma si tratta solo del primo passo di un cammino che prevede il completamento del processo di ratifica e soprattutto il rapido adeguamento delle norme interne alle prescrizioni del trattato”. Tra queste vi sono misure di prevenzione, di sensibilizzazione, di educazione, di informazione e di protezione delle vittime, parte delle quali, come la creazione di case-rifugio, l’allestimento di linee telefoniche gratuite di assistenza alle vittime, l’introduzione di alcune norme penali specifiche, sono già una realtà nel nostro Paese. Altre, per esempio il risarcimento dei danni che dev’essere accordato dallo Stato se la riparazione non è garantita da altre fonti, devono essere ancora attuate. “Non sarebbe soltanto – prosegue l’on. Brambilla – la giusta risposta al preoccupante incremento dei casi di violenza contro le donne, sempre più spesso con esiti mortali, ma la naturale prosecuzione di un ciclo di sviluppo normativo sui temi della parità e della tutela delle donne che ha veduto protagonisti i Parlamenti delle ultime legislature e, con un ruolo d’impulso, i governi Berlusconi: dalla novella costituzionale del 2002 sulla parità di accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive all’introduzione, nel 2009, del reato di stalking, dell’arresto obbligatorio in flagranza per la violenza sessuale e la violenza sessuale di gruppo e del gratuito patrocinio, anche in deroga ai limiti di reddito, a favore della persona offesa da alcuni reati a sfondo sessuale”.
Per l’entrata in vigore della convenzione sono necessarie le ratifiche di dieci Stati firmatari, di cui almeno otto del Consiglio d’Europa. Finora hanno firmato 29 Stati e quattro hanno già ratificato. “E’ dunque essenziale – conclude l’ex ministro – che il governo italiano, impegnandosi in tutte le sedi, solleciti gli altri Stati a firmare e ratificare”.