Non sono sufficienti i provvedimenti adottati finora per adeguare la normativa italiana sull’inclusione dei disabili nel mercato del lavoro a quella europea, e, più in generale, per garantire l’effettività del diritto al lavoro anche per i portatori di handicap. Lo sottolinea, in un’interrogazione al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, l’on. Michela Vittoria Brambilla, FI, responsabile del Dipartimento per il sociale e la solidarietà, che ha riunito anche oggi il suo comitato direttivo e ha individuato tra le sue priorità proprio la tutela dei diritti dei disabili.
“Il 4 luglio 2013 – ricorda l’interrogante – la Corte europea di giustizia, con la sentenza C-312/11, ha condannato l’Italia per non aver imposto a tutti i datori di lavoro, pubblici e privati, “di prevedere, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili”, venendo meno all’obbligo di recepire correttamente e completamente l’articolo 5 della direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro. I giudici hanno concluso, in sostanza, che “che la legislazione italiana, anche se valutata nel suo complesso, non impone all’insieme dei datori di lavoro l’obbligo di adottare, ove ve ne sia necessità, provvedimenti efficaci e pratici, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, a favore di tutti i disabili, che riguardino i diversi aspetti dell’occupazione e delle condizioni di lavoro, al fine di consentire a tali persone di accedere ad un lavoro, di svolgerlo, di avere una promozione o di ricevere una formazione”.
Nonostante le misure inserite nel cosiddetto “decreto lavoro”, convertito con la legge 99 del 2013, la Commissione europea continua a tenere l’Italia “sotto osservazione” e i disabili incontrano sempre le stesse difficoltà ad inserirsi: ”Secondo dati diffusi dal ministero del Lavoro, l’84% dei disabili in età lavorativa non ha un impiego e i disoccupati portatori di handicap iscritti alle liste di collocamento obbligatorio sono 750 mila”. Di qui la richiesta dell’on. Brambilla di sapere “quali ulteriori provvedimenti” il governo intenda assumere.
