FESTEGGIANO IN CLASSE LA CADUTA DEL GOVERNO. BRAMBILLA: “FATTO ESTREMAMENTE GRAVE”

“Mi pare un fatto estremamente grave, che impone un’immediata adozione di provvedimenti a tutela del diritto delle famiglie lecchesi di poter mandare i loro figli in una scuola pubblica che garantisca un’istruzione libera da qualsiasi forma di condizionamento ideologico”. Così il ministro del Turismo, On. Michela Vittoria Brambilla, commenta la notizia riportata oggi da alcuni giornali, secondo cui un certo numero di studenti e professori del Liceo Scientifico Agnesi di Merate avrebbero festeggiato in classe, con torta e spumante, le dimissioni del governo Berlusconi. Manifestazioni, oltretutto, non improvvisate, ma organizzate, come dimostrerebbe il passaparola sulla pagina Facebook dell’istituto superiore. “In questo Paese – ricorda il ministro – la libertà di manifestare, anche con evidenti cadute di stile, è ampiamente garantita, come dimostrano i cori e gli insulti davanti a Palazzo Chigi e al Quirinale in occasione delle dimissioni del governo. Ma è inammissibile che queste prove di faziosità e di partigianeria, per di più con la partecipazione dei professori, abbiano luogo nelle classi di una scuola pubblica, necessariamente apartitica. Altrimenti le famiglie non potranno mai avere fiducia in una scuola veramente pluralista, aperta a tutti, libera da qualsiasi forma di condizionamento ideologico o, peggio ancora, dal rischio dell’indottrinamento. Mi auguro dunque che i contorni della vicenda di Merate possano essere chiariti, a garanzia di tutti”.

Per tali ragioni, il ministro Brambilla ha preparato un’interrogazione parlamentare per sapere “se il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca non ritenga che ricorrano, nel caso di specie, gli estremi per l’avvio del procedimento disciplinare nei confronti dei due docenti”.

“La scuola pubblica – continua il testo dell’On. Brambilla – nella realizzazione del sistema di valori costituzionali di democrazia e libertà, ha un ruolo fondamentale; come ha ricordato Piero Calamandrei: «La scuola è il complemento necessario del suffragio universale. Ha proprio questo carattere di alto senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali». Al contrario, l’episodio sopra segnalato risulta palesemente in contrasto con i valori di democrazia e di libertà che la scuola pubblica è tenuta a salvaguardare mantenendosi estranea a qualsivoglia disputa politica o addirittura partitica”. Pertanto, l’On. Brambilla chiede al ministro dell’Istruzione e della Ricerca “se il governo non ritenga anche necessario vigilare, con un apposito e specifico programma, sull’insegnamento nelle scuole della materia dell’educazione civica, al fine di scongiurare qualunque allentamento della tensione ideale sui temi della difesa della democrazia e della libertà che sono alla base della nostra Carta costituzionale.”