GIOVANI, ON. BRAMBILLA: “INVESTIMENTI IN COMUNICAZIONE E FORMAZIONE CONTRO I COMPORTAMENTI A RISCHIO”

“Preoccupa la diffusione di comportamenti a rischio tra i giovani, dal bullismo al consumo di droghe, ai disturbi alimentari, alla ludopatia. Abbiamo bisogno di destinare risorse adeguate per programmi e campagne di comunicazione indirizzate ai ragazzi e alle loro famiglie, per il finanziamento di attività didattiche sulle cosiddette “competenze esistenziali” (conoscenza del proprio corpo, autoconsapevolezza, corretto sviluppo della sessualità) e per la formazione di insegnanti, operatori sociali e altre figure rilevanti nel percorso evolutivo dei più giovani”.

Lo ha detto l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, durante la presentazione del bilancio annuale dell’attività del Centro multidisciplinare sul disagio adolescenziale del Polo Pediatrico ASST Fatebenefratelli-Sacco. “Da questo punto di vista – ha aggiunto la presidente – l’attività di questo Centro, in prima linea nel contrasto al bullismo anche nella sua forma cyberg, è davvero preziosa e spiace dover constatare che il ministero della Pubblica Istruzione non ha ancora onorato, erogando il finanziamento annuale promesso di 140 mila euro, il protocollo d’intesa stipulato più di un anno fa. Sarebbe un errore non incentivare l’attività di una struttura all’avanguardia, unica in Italia, che può validamente operare in sinergia con altre istituzioni pubbliche e private per contrastare il disagio adolescenziale in tutte le sue forme”.

Per quanto riguarda il cyberbullismo, l’on. Brambilla si augura che diventi presto legge la proposta approvata qualche settimana fa dalla Camera. “Il testo proveniente dal Senato – sottolinea la presidente – aveva oggettivamente delle lacune: era soddisfacente per quanto riguarda la prevenzione, meno sotto il profilo della tutela e della repressione. La Camera ha fatto un lavoro ovviamente perfettibile (per esempio, non si possono confondere i piccoli blog con le grandi piattaforme social), ma nel complesso positivo. Sono stati rafforzati e resi più efficaci – ricorda – gli strumenti per far cessare le condotte persecutorie sul web, in modo di ottenere, tendenzialmente entro 48 ore dalla richiesta, la rimozione dei contenuti sensibili da parte dei gestori. Altrimenti interverrà il Garante della privacy. Inoltre, punto sul quale avevo particolarmente insistito con la mia proposta di legge, è stata introdotta un’aggravante specifica del reato di atti persecutori (612 c.p.), che prevede per lo stalking informatico o telematico la reclusione da 1 a 6 anni”.

Sulla gravità e pervasività del fenomeno bullismo, anche nella sua versione digitale, si è soffermato il direttore della Casa pediatrica, e responsabile del Centro, dottor Luca Bernardo: “In una chiusura prospettica per l’anno 2016, il Centro ha avuto un incremento di casi di cyberbullismo di circa l’8 per cento rispetto al 2015, con un’incidenza annua dell’80 per cento di casi di bullismo e cyberbullismo sul totale di quelli trattati”.