GOVERNO, ON. BRAMBILLA (FI), CONTRO LA POVERTA’ POLITICHE “CONTRADDITTORIE” E RISORSE “INSUFFICIENTI”

La politica sociale del governo, in particolare l’azione di contrasto alla povertà minorile, appare “contraddittoria” e le risorse stanziate, a detta di tutti gli osservatori qualificati, “insufficienti”. Lo ha affermato a Milano, l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, durante la Conferenza “Combattere la povertà delle famiglie!”, organizzata dalla Fondazione l’Albero della Vita.

“Sono condivisibili – premette l’ex ministro – gli obiettivi enunciati dalla legge di stabilità, cioè l’avvio di una misura nazionale di contrasto alla povertà e il riordino della normativa in materia di trattamenti assistenziali. Ma l’ambizione di “universalità” del primo obiettivo non è adeguatamente sostenuta e, se guardiamo ad altre iniziative del governo, emergono evidenti contraddizioni. Le cifre stanziate sono appena una frazione dei 6-7 miliardi che sarebbero necessari per soccorrere le persone in povertà assoluta – il sussidio pensato dal governo arriverà, forse nel 2017, a circa 250 mila famiglie su 1 milione e 470 mila in grave difficoltà, mentre il bonus di 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti con un reddito compreso tra circa 8.100 e 26.000 euro, introdotto da Renzi a ridosso delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e confermato con la legge di Stabilità 2015, è costato 9,5 miliardi e, come attestano le indagini della Banca d’Italia, non ha prodotto l’atteso rilancio della domanda interna. Di quella cifra, stima la Caritas nel suo rapporto 2015 sulla politica sociale, appena 186 milioni sarebbero arrivati circa al 10 per cento delle famiglie in povertà assoluta. Insomma, si è fatta una scelta “elettorale”, non veramente “sociale”.

In realtà, conclude l’on. Brambilla, dobbiamo essere tutti consapevoli del fatto che il ripensamento, l’adeguamento e l’ammodernamento del nostro welfare hanno come presupposto soprattutto il successo di politiche volte alla crescita e allo sviluppo. Basta guardare che cosa accade in Germania, dove il surplus di bilancio, e un debito pubblico al 70 per cento del Pil, consentono di fare grandi “investimenti” nel sociale”.