I CIRCOLI DELLA LIBERTÀ NEL POPOLO DELLA LIBERTÀ

Il risultato di tutto ciò è stato certificato alla fine dello scorso anno. I dati parlano chiaro: il nostro turismo ha perso 4 miliardi di fatturato, – 0,3% del pil, – ed ha privato del posto di lavoro più di 40 mila persone.
La responsabilità di chi ci ha lasciato questa disastrosa eredità è enorme. Tuttavia desidero dirvi che è ferma volontà di questo governo invertire decisamente la rotta e dare finalmente vita ad una politica nazionale del turismo, realizzando una vera programmazione di sistema, insieme a tutte le istituzioni ministeriali che con il turismo abbiano punti d’incontro.
Si tratta di una svolta di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno per tornare ad essere competitivo sui mercati internazionali e nello stesso tempo per produrre quel valore aggiunto di risorse che oggi sono indispensabili alla nostra economia per fronteggiare la crisi economica e per meglio strutturare quelli che sono i nostri veri asset di sviluppo futuro.
Cominciare davvero a fare sistema per aumentare la competitività del nostro turismo è, certamente, una delle riforme più urgenti che la politica di questo governo deve oggi realizzare.
Il perché è evidente: il nostro sistema di offerta turistica oggi è potenzialmente in grado di produrre quel valore aggiunto di risorse di cui l’Italia ha estremo bisogno per superare la crisi e per guardare con maggiore ottimismo al futuro, attingendo ad un bacino di domanda turistica che, dal 1950 ad oggi, è cresciuto in misura esponenziale.
A quel tempo erano soltanto 26 milioni i turisti, in giro per il mondo e, in gran parte, venivano nel nostro Paese. Oggi, le stime più recenti prevedono che, il prossimo anno, saranno circa 1 miliardo i turisti che si metteranno in viaggio per il pianeta. Dunque una enorme crescita.
E l’Italia ha tutte le potenzialità per intercettare una grande parte di questi flussi ma deve attivarsi, senza perdere un attimo di tempo, per potenziare, con lungimiranza e determinazione la sua offerta turistica.
Si tratta della voce dell’economia che, nel mondo, ha avuto, in questi anni, il maggiore incremento in assoluto. Non possiamo permetterci di perdere quest’opportunità.
Abbiamo un patrimonio di eccellenze unico al mondo. Oltre alle celebrate città d’arte, ogni angolo d’Italia è fatto di storia, cultura, architettura, segni di passate civiltà, paesaggio, enogastronomia, mare, montagne, laghi, castelli, chiese, dimore storiche, terme, design, stile italiano che non ha eguali. Un potenziale di offerta turistica e di ricchezza enorme che era e continua ad essere unico: il primo al mondo.
Se, in passato, avessimo attuato strategie adeguate, oggi il turismo italiano sarebbe già forse in grado di produrre almeno il 18% del nostro prodotto interno lordo, proprio come è accaduto in Spagna.
Ma adesso si volta pagina. Del resto, le finalità che questo governo intende perseguire con forza sono proprio la modernizzazione della macchina pubblica, una maggiore razionalizzazione dei suoi apparati e una politica che, attraverso una programmazione di sistema, valorizzi e renda sempre più competitivi gli asset su cui oggi può far leva la nostra economia.
Tra questi il turismo giocherà un ruolo da protagonista. Non solo nell’attrarre e mantenere flussi turistici entro i confini nazionali – obiettivo che rimane comunque prioritario – ma anche attraverso una rinnovata attrazione di investimenti.
L’industria del turismo può e deve diventare il volano per la nostra economia. E, perché questo possa accadere, anche la politica deve cominciare a fare, per intero, la sua parte.
Quindi io, qui, oggi, davanti a voi, rinnovo tutto il mio impegno, nell’interesse della nostra meravigliosa Italia e degli italiani. Il nostro Paese coglierà questa grande opportunità. E posso dirvi che non considererò assolto il mio mandato fino a che questo non sarà avvenuto.
Vi ringrazio