Il Codice del Turismo -approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 7 ottobre scorso- sta affrontando l’ultimo passaggio del suo iter procedurale. Si trova infatti al vaglio delle commissioni parlamentari: la bicamerale per la semplificazione, la commissione Industria e turismo del Senato e la commissione Attività produttive della Camera.
Con il Codice il ministro Brambilla si propone di ricondurre a sistema una situazione normativa complessa e frammentata, e al contempo di realizzare, in forza della delega, una vera e propria riforma del settore, per tutelare il turista, agevolare le imprese ed aumentare la competitività dell’offerta turistica italiana nel suo complesso.
Tra le principali novità, si è voluto introdurre una più moderna definizione del concetto di impresa turistica che comprenda, oltre alle agenzie di viaggio e ai tour operator, il settore extraricettivo; misure di semplificazione ed accelerazione delle procedure di apertura ed operatività di tutte le strutture ricettive; una precisa definizione delle tipologie dei prodotti turistici; una puntuale codifica del “danno da vacanza rovinata” e l’adeguamento della normativa sulla vendita dei pacchetti turistici via internet”.
ONORATO IL “PATTO PER IL TURISMO” DEL GOVERNO
Ecco le azioni principali che le imprese ed il territorio avevano chiesto al governo e noi abbiamo già realizzato:
1) Le imprese e il territorio chiedevano che il turismo tornasse in cima all’agenda politica del Paese
Noi abbiamo riportato in vita il ministero del Turismo e abbiamo finalmente avviato una politica nazionale del turismo. Il turismo ha quindi potuto interagire con le altre istituzioni ministeriali che possono concorrere al suo sviluppo.
2) Le imprese e il territorio chiedevano investimenti del governo nel settore del turismo
Noi abbiamo annunciato qualche giorno fa lo sblocco di 118 milioni di euro per finanziare progetti di eccellenza nel settore turistico (fondi della finanziaria 2007 che finora non è stato possibile spendere a causa del contenzioso tra Stato e Regioni). Abbiamo realizzato un protocollo d’intesa con le Regioni che ora potranno proporci progetti di soggetti pubblici e privati. Questi progetti devono essere corredati da un piano finanziario di importo non inferiore a 1,5 milioni di euro e non superiore a 10 milioni. Il cofinanziamento sarà possibile fino al limite massimo del 90 per cento della spesa complessiva.