IN UN VIDEO LE NUOVE VITE DEI FIGLI DELLA CAGNETTA “LUCE”. ON. BRAMBILLA: “PENE SEVERE PER CHI MALTRATTA O UCCIDE ANIMALI”

Dalla certezza della morte alla gioia di una nuova vita. E’ la storia che raccontano i figli di Luce, la cagnetta “incaprettata” in Calabria che prima di morire ha partorito 11 cuccioli. Oggi, a circa tre mesi da quel drammatico inizio, gli otto piccoli sopravvissuti ai primi, difficili, giorni sono tutti in buona salute, adottati da famiglie che li adorano, come documenta il video diffuso oggi dalla Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, l’onlus presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla. “Avevamo promesso a Luce di salvare almeno i suoi cuccioli – afferma l’ex ministro, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali – oggi sono felice di dire che ce l’abbiamo fatta”.

Artù ha trovato casa a Milano, Daisy a Rho, Fiocco e Birichino a Calolziocorte, Kira a Olgiate Molgora, Lara a Lecco, Holly a Pantigliate e Alissa vive con l’on. Brambilla e la sua famiglia a Calolziocorte. “L’ho tenuta io – spiega la parlamentare di Fi – perché era la più piccola e la più gracile. Con mia figlia Stella è stato amore a prima vista. Ora Alissa è un’irresistibile palla di pelo che rosicchia ciò che le capita a tiro. Ma di tutti i figli di Luce, dal manto per lo più candido come quello della madre, possiamo dire che sono un inno alla vita, che vederli giocare mette allegria e riempie il cuore di speranza”.

Quando Luce fu trovata alla periferia di Marano Marchesato (Cosenza) e soccorsa dalla presidente della sezione locale della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, Gisella Grande, prevalevano ben altri sentimenti: disperazione e indignazione. Eravamo in giugno. Per disfarsi di una cagnolina incinta, prossima al parto, qualcuno l’aveva legata per le zampe e semisepolta sotto un mucchio di foglie e rami secchi sul ciglio di una stradina di campagna. Non si sa per quanto tempo Luce (la chiamarono così perché rappresentava, appunto, la speranza) sia rimasta in quelle condizioni: quanto bastava perché sofferenza e terrore lentamente provocassero il cedimento degli organi interni e alla fine il coma. Doveva morire, e i suoi piccoli con lei. Invece, per l’ennesima volta, la vita ha avuto la meglio. Uno dopo l’altro, Luce ha partorito undici cuccioli e si è arresa soltanto quaranta minuti dopo aver portato a termine la missione assegnatale dalla natura.

“Salvando i suoi figli e trovando loro una nuova casa – afferma l’on. Brambilla – abbiamo potuto saldare solo in parte il debito contratto con questa madre coraggio non umana, vittima dell’umana crudeltà. Lo salderemo veramente solo quando il Parlamento deciderà di inasprire le pene a carico di chi infierisce contro gli animali, i più deboli tra i deboli, gli ultimi tra gli ultimi. A tale scopo ho depositato una proposta di legge, organica, dettagliata, frutto dell’esperienza accumulata sul campo in decenni di militanza animalista, che ha già raccolto sostegno bipartisan. Non ci sono più alibi: chi maltratta e uccide gli animali dev’essere punito più severamente. Il Parlamento approvi la mia proposta di legge, che, tra le altre cose, aumenta, rispettivamente fino a cinque e sei anni, le pene per il maltrattamento e l’uccisione di animali, fa diventare “delitti” in senso tecnico le condotte di detenzione in condizioni “insopportabili”, quella dell’abbandono e l’uccisione di esemplari di specie protette, punita anch’essa con sei anni di reclusione. Chiarisce inoltre, una volta per tutte, che la “tenuità del fatto” prevista dall’articolo 131-bis del Codice penale non è applicabile ai reati contro gli animali”.

Il video “la nuova vita dei cuccioli di Luce” è visibile sul canale YouTube dell’Associazione al link https://www.youtube.com/watch? v=Ws3oKvLIah4 e scaricabile al link https://drive.google.com/ file/d/ 1TLXeaZosXxqJzOaGlb8frOf8usvS- 72d/view.