“Da tre anni guida i giovani imprenditori di Confcommercio e dallo scorso novembre i Circoli della libertà. Ma che cosa pensa Michele Vittoria Brambilla degli attacchi di Montezemolo a Prodi e a un Governo schierato contro le imprese? Non è che il presidente di Confindustria le sta tacendo concorrenza in politica?
«Montezemolo non sta facendo politica ma sindacato, in quanto presidente di una confederazione che rappresenta gli imprenditori italiani. Ed è giusto che difenda le aziende critichi il Governo. Ma se le sue dichiarazioni sono condivisibili, mi chiedo perché non ha detto queste cose lo scorso settembre quando Confindustria sedeva al tavolo con il Governo per la Finanziaria mentre Confcommercio è stata estromessa. Comunque, meglio tardi che mai!».
Non sono arrivate tardi anche le critiche del presidente di Confcommercio Sangalli contro l’overdose di tasse che fa chiudere bottega…?
«Il compito di un’associazione di categoria è di capire prima degli altri quello che succederà e battersi perché ciò che si teme non si avveri. E fin dall’inizio si era capito dove sarebbe andato questo Governo, ostaggio della sinistra massimalista, che voleva far piangere i ricchi e invece fa piangere tutti. Ma il lavoro che può svolgere un’associazione come Confcommercio si scontra contro il muro di gomma della prevenzione ideologica della sinistra che considera tutti i commercianti evasori e responsabili del dissesto dei conti pubblici. Nel suo discorso Sangalli ha invocato un patto per lo sviluppo del paese e una nuova etica tra politica e cittadini. Ma, ripeto, finché ci sarà Prodi vedo difficile la realizzazione di questo progetto. Quando c’è una politica miope che cosa vuoi fare?».
Insomma, nessuno o qualche rilievo per Sangalli?
«Di rilievi ne ho un sacco da fare, ma al Governo. Ovunque vadano Prodi e i suoi ministri ricevono fischi, alla Confesercenti, in Confindustria, in Confcommercio. Questo significa che la politica economica di Prodi è arrivata al capolinea».
Compresi gli acerrimi, per voi, studi di settore?
«Nel 2005 l’85% delle dichiarazioni dei commercianti erano già congrue. Mi domando, perché rivedere gli studi con una stretta da 3 miliardi di euro che sta già facendo tirare giù le claire?».
Se un commerciante si ritiene in regola può non aderire a meno che non nasconda l’evasione…
«È vero che si può non aderire, ma in questo caso scatta l’accertamento automatico. E un piccolo commerciante deve lavorare, non può permettersi di perdere settimane per seguire i controlli. Quanto alle tasse, noi per primi vogliamo essere partner di chi combatte l’evasione (un fenomeno trasversale però che riguarda tutti i settori compresi i dipendenti che fanno il secondo lavoro in nero) ma non è inasprendo il fisco che la si elimina. E’ stato dimostrato che più aumentano le imposte, più cresce l’evasione».”
Nazione – Carlino – Giorno, Achille Perego, 23/06/07
