MENO BUROCRAZIA E MENO COSTI NELLA PROPOSTA DELL’ON. BRAMBILLA PER RIFORMARE IL SISTEMA ADOZIONI, ILLUSTRATA INSIEME AD ENTI E ASSOCIAZIONI. “MA A RENZI E SUO GOVERNO IL TEMA NON INTERESSA”

Snellire i passaggi burocratici, ridurre i costi del procedimento attraverso sostanziali deduzioni fiscali, seguire e tutelare i minori adottati durante la fase dell’inserimento. Sono alcune delle novità contenute nella bozza di proposta di legge sulla riforma delle adozioni presentata oggi a Roma dall’on. Michela Vittoria Brambilla (FI), presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, con il contributo delle istituzioni, degli enti e delle associazioni operanti nel settore. “Con l’approvazione delle Unioni civili – sottolinea l’ex ministro – il Parlamento ha garantito diritti degli adulti. Ora, a maggior ragione, è tempo di pensare ai diritti dei minori abbandonati e delle famiglie che vorrebbero accoglierli. Si tratta di una riforma non più rinviabile. Ma è evidente come il premier ed il suo governo non abbiano né la forza né l’interesse di farla”.

Il testo discusso oggi si concentra soprattutto su una meta: agevolare l’incontro tra “domanda” ed “offerta” di adozione nel superiore interesse dei minori. “L’adozione nazionale e internazionale – spiega l’ex ministro – è un potente strumento di garanzia per i diritti dei minori che si trovano in stato di abbandono.  Ma questo istituto vive oggi, nel nostro paese, una forte crisi, determinata da vari fattori: l’arretratezza dei sistemi informativi, la complessità delle prassi burocratiche, i tempi di realizzazione del progetto, i costi dei procedimenti internazionali, la poca trasparenza, l’insufficienza dei servizi post-adozione e scolastici, la perdurante fase di incertezza economica nel mondo industrializzato”.

La proposta, che affronta i problemi più gravi, prevede tra l’altro l’accelerazione delle procedure nella fase della dichiarazione di disponibilità e del giudizio di idoneità, l’immediata trascrizione della sentenza straniera di adozione nei registri dello stato civile da parte della Commissione adozioni internazionali, il totale innalzamento della percentuale di deducibilità (oggi 50 per cento) delle spese sostenute dai genitori adottivi per l’espletamento della procedura di adozione (anche se non dovesse andare a buon fine “a causa di situazioni emergenziali nei paesi esteri”) in quanto adottare non deve costare alcunché. La stessa possibilità sarà concessa in relazione alle spese sostenute dai genitori adottivi per l’assistenza medica e psicologica nei primi tre anni dall’ingresso del minore nel nucleo familiare. Il testo è stato apprezzato, discusso e condiviso dai rappresentanti di associazioni ed enti, tra cui CARE, ANFI, CIFA, AIBI, Forum delle associazioni familiari, Azione per le famiglie nuove, I fiori semplici, Oltre l’adozione e altre. A titolo personale è intervenuta anche Anna Maria Colella, presidente dell’Agenzia regionale per le adozioni internazionali del Piemonte.

“Per rilanciare davvero le adozioni – sottolinea l’on. Brambilla – occorre condividere non solo a parole un principio primario come l’eguaglianza tra genitorialità biologica e genitorialità adottiva, elaborare una politica coerente ed attuarla con determinazione attraverso provvedimenti legislativi ed amministrativi efficaci. Invece il governo, come abbiamo più volte segnalato, ha lasciato in stato di abbandono la Cai, Autorità centrale per la Convenzione de L’Aja del 1993. Il perno del sistema non funziona come dovrebbe. Non risulta che la Commissione sia mai stata convocata in tutto il 2015, non ha pubblicato dati statistici dal 2013, e molti sono i dossier rimasti aperti con vari Paesi. Questi i fatti fino ad ora. Per il futuro vedremo. É evidente – incalza l’ex ministro – che per Renzi e il suo governo non sia prioritario affrontare il tema dei diritti dei bambini e delle adozioni, al punto di consigliarne, al di là delle dichiarazioni di facciata, il rinvio, magari alla prossima legislatura. La battaglia sulle unioni civili ha indebolito l’esecutivo, ha evidenziato le linee di frattura della maggioranza. Parlare di adozioni significa anche riparlare di parecchi temi divisivi, come, per esempio, l’introduzione della stepchild adoption: una soluzione, lo ribadisco, da adottare senza esitazioni. Invece di affrontare quest’argomento, la maggioranza ha deciso di non decidere ed ora ipocritamente si lamenta perché la magistratura decide al posto della politica. La riforma delle adozioni non è più in alcun modo rinviabile. Il governo non può continuare a stralciare dal dibattito il tema bambini, proprio come ha fatto eliminando la discussione sulla stepchild adoption dal testo sulle unioni civili. Un premier lungimirante e un esecutivo coeso dovrebbero avere l’interesse e la forza di fare in tempi brevi una loro proposta e di avviare su quella la discussione. Temo proprio – conclude l’on. Brambilla – che non sia questo il caso. Anche per questa ragione chiedo quindi al governo e alla maggioranza di volere esaminare il mio testo”.

SINTESI DELLA PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA DEL DEPUTATO BRAMBILLA PER RIFORMARE LE ADOZIONI E GLI AFFIDI

Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di semplificazione delle procedure per l’adozione internazionale e norme per le promozione e il sostegno delle adozioni

Vi è innanzitutto uno snellimento delle procedure nella fase della dichiarazione di disponibilità e del giudizio di idoneità, prevedendo che la dichiarazione, accompagnata da documenti ben identificati, possa essere presentata anche per via telematica e fissando scadenze ravvicinate per l’istruttoria (l’eventuale audizione degli aspiranti genitori avverrà entro 30 giorni dalla data di presentazione della domanda) e il giudizio (entro 30 giorni dal completamento dell’istruttoria). Il periodo di efficacia del decreto di idoneità è ridotto da un anno a quattro mesi, sempre allo scopo di accelerare l’iter. Il conferimento dell’incarico all’ente autorizzato è successivo all’emissione del decreto di idoneità. Nella fase finale il testo prevede un coinvolgimento maggiore della Commissione adozioni internazionali che, dopo aver ricevuto dall’ente sia la proposta di incontro – formulata dall’autorità straniera – tra gli aspiranti all’adozione e il minore, sia l’atto di consenso degli aspiranti medesimi, concorda con l’autorità straniera la conclusione del procedimento adottivo. La trascrizione della sentenza straniera di adozione nei registri dello stato civile sarà consentita direttamente alla CAI che ne darà immediatamente comunicazione al Tribunale dei minorenni competente: oggi questo adempimento può richiedere mesi, durante i quali l’adottato, ormai “figlio” a tutti gli effetti, non può essere iscritto come residente nella casa dei genitori. Il testo rafforza anche l’assistenza alle famiglie adottive. In particolare introduce una nuova disposizione secondo la quale le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano provvederanno ad istituire un servizio di assistenza alle famiglie, per favorire e monitorare l’inserimento del minore. Si introduce l’istituto dell’affidamento internazionale, temporaneo e attentamente disciplinato, anche per dare una risposta adeguata al problema dell’accoglienza dei minori stranieri. Un successivo articolo parifica le famiglie affidatarie e adottive a quelle con figli naturali, garantendo ai genitori il diritto di astenersi dal lavoro, in caso di malattia del figlio, anche se entrato nel nucleo familiare all’età di sei anni o più. Ancora, è prevista l’adozione di linee-guida per l’accoglienza sanitaria del minore adottato all’estero, mettendo a frutto l’esperienza dei 19 centri di riferimento già istituiti dalla CAI. Infine, il capitolo fiscale. Il pdl prevede l’innalzamento della percentuale di deducibilità all’80 per cento (oggi 50 per cento) delle spese sostenute dai genitori adottivi per l’espletamento della procedura di adozione. Sarà possibile dedurre le spese anche se il procedimento non dovesse andare a buon fine “a causa di situazioni emergenziali nei Paesi esteri”. Saranno altresì deducibili l’ottanta per cento delle spese sostenute dai genitori adottivi per l’assistenza medica e psicologica nei primi tre anni dall’ingresso del minore nel nucleo familiare.