Un nuovo welfare per le famiglie, i bambini e i ragazzi, da realizzare compiutamente al governo della città di Milano e del Paese”. E’ l’obiettivo indicato oggi dall’on. Michela Vittoria Brambilla, aprendo i primi Stati Generali dei “Bambini e ragazzi a Milano – Situazione e prospettive per un nuovo welfare” alla Società umanitaria. “Si tratta – ha detto l’on. Brambilla – di un momento di confronto tra la politica e le associazioni che si occupano d’infanzia a trecentosessanta gradi, con l’obiettivo a lungo termine di creare un organismo di monitoraggio permanente sul tema, integrando dati e testimonianze su temi come la casa, gli asili nido, la criminalità minorile, gli abusi, gli affidi fuori famiglia e le adozioni di minori italiani o stranieri”.
Gli Stati Generali vogliono essere un’occasione di ascolto delle associazioni impegnate sul campo e di confronto con le proposte di chi governa o aspira a governare. Ad ascoltare i rappresentanti del privato sociale non solo la presidente Brambilla, promotrice dell’evento, ma anche l’on. Mariastella Gelmini, coordinatrice di FI in Lombardia, e l’assessore di Regione Lombardia Giulio Gallera. Per avere un quadro della situazione, l’on. Michela Vittoria Brambilla é partita da alcune recenti indagini, quelle di MeglioMilano e Fondazione Arché: “I dati attualmente in nostro possesso – ha spiegato – già ci suggeriscono alcune linee d’intervento: l’approfondimento delle condizioni abitative delle famiglie più povere con minori e una politica destinata a migliorarle, l’aumento della percentuale di copertura nel servizio di asilo-nido, il contrasto alla criminalità minorile (che appare in aumento almeno per quanto riguarda furti e rapine), la prevenzione e la repressione degli abusi ai danni di minori, misure per incentivare l’affido familiare dei minori fuori famiglia (che all’80 per cento sono ospitati in comunità residenziali), politiche per agevolare le adozioni, che a Milano hanno un andamento declinante simile a quello nazionale, la difesa di alcune eccellenze territoriali, l’adeguamento degli standard di accoglienza dei minori stranieri (in particolare quelli non accompagnati)”
Per Mariastella Gelmini “il tema dell’infanzia deve far superare la dicotomia fra destra e sinistra. Dobbiamo essere in grado, tutti insieme, di creare un sistema di sostegno sussidiario per favorire le famiglie e le giovani coppie che hanno intenzione di mettere al mondo un figlio. Dobbiamo invertire – sottolinea – quella spirale negativa di sfiducia nel futuro complice della scarsa natalità”.
Dello stesso parere l’assessore all’Inclusione sociale Giulio Gallera che ha ricordato le iniziative di Regione Lombardia a sostegno del reddito familiare:150 euro al mese per 12 mesi (sei mesi prima e dopo la nascita di ogni figlio) per ogni famiglia con un Isee inferiore ai 20mila euro. “Per tutte le altre azioni di sostegno alla famiglia – ha aggiunto – è fondamentale la collaborazione col terzo settore che può sopperire ad alcune situazioni di disagio”.
La presidente del comitato Unicef di Milano Fiammetta Casali ha invece indicato l’obiettivo di creare città amiche dei bambini, secondo gli standard del progetto Child-friendly Cities presentato da Unicef proprio per applicare all’ambiente urbano la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il direttore della Casa Pediatrica dell’ospedale Fatebenefratelli Luca Bernardo ha richiamato l’attenzione sui rischi più diffusi per i minori: dalla droga agli atti di autolesionismo fino al bullismo. “Quest’ultimo fenomeno – ha precisato – è molto preoccupante anche per via degli sviluppi che sta avendo grazie alle nuove tecnologie. In un anno abbiamo registrato 1.030 casi di bullismo, che nel 60% dei casi ha la forma del cyberbullismo con video delle violenze o ricatti che vengono postati su internet”.
Grazia Cesaro, presidente della Camera minorile di Milano, ha infine ricordato come spesso la giustizia minorile viva in una situazione di scarsità di fondi e carenza di organico che rischia di complicare situazioni già di per sé di grave disagio. “Servirebbe – ha detto – implementare l’assistenza domiciliare e ampliare gli interventi sulle situazioni di fragilità anche oltre i 18 anni. Ed è assolutamente necessario far sì che, tramite la digitalizzazione, il tribunale dei minorenni e quello ordinario abbiano la possibilità di comunicare fra loro. Infine siamo molto preoccupati dal disegno di legge che prevede la soppressione del Tribunale e della Procura dei minori”.