“Palio= 49 cavalli morti in dieci anni. Manifestare a Siena è impossibile. Tutti sanno ma nessuno parla”. Il tempo di mostrare questo cartello, di dispiegare lo striscione con il nome e il logo del partito e di scattare qualche foto. Tanto è durato il blitz del “Movimento animalista” questa mattina in piazza del Campo, il luogo dove si corre la corsa di cavalli più pericolosa e crudele del mondo. “Altro che patrimonio dell’umanità – sottolinea la presidente nazionale, on. Michela Vittoria Brambilla – il Palio è una vecchia barbarie che fa inorridire milioni di italiani e stranieri, va abolito senza se e senza ma”.
Manifestare contro il Palio a Siena, in piazza del Campo, a poche ore dal “via” è un’ardua missione, di cui si sono fatte carico Laura Cardinali, responsabile del Movimento animalista in Toscana,
Gianna Meoni delegata di Prato e Lavinia Manzi delegata di Livorno. “Il Palio – ricorda Cardinali – è un vero inferno per i cavalli: un terreno durissimo che provoca frequenti infortuni già nella fase delle prove, la pista stretta, le curve a gomito, la velocità folle a cui gli “assassini” (così sono chiamati i fantini del Palio) spingono le loro sventurate cavalcature, i sospetti di doping, tutto contribuisce a fare della piazza senese la sede di un vero e proprio “macello” di cavalli: una cinquantina hanno perso la vita dagli anni Settanta ad oggi. Ma di tutto questo in città non si può neppure parlare”.
“Continueremo a vigilare – aggiunge l’on. Brambilla – innanzitutto perché il Palio non si cinga di allori che non merita, come quello di patrimonio dell’umanità, richiesto ancora nel 2015 dal consiglio regionale della Toscana. Nel 2011, da ministro del Turismo, bloccai la candidatura. Ma non basta. Da tempo, al ministero dell’Agricoltura, stanno discutendo di nuove norme per regolamentare le corse di cavalli, arrampicandosi sugli specchi per difendere l’indifendibile. Inutile girarci intorno, lo dicono i fatti: il Palio di Siena, come la Quintana di Foligno e i vari altri palii sparsi per l’Italia non danno garanzie sufficienti per la sicurezza dei cavalli e vanno quindi aboliti”.