PRESENTATO IL REGOLAMENTO CONTRO GLI ANIMALI NEI CIRCHI

Divieto di detenere specie in via di estinzione o il cui modello gestionale non è compatibile con il mantenimento in una struttura mobile, in particolare primati, delfini, lupi, orsi, grandi felini, foche, elefanti, rinoceronti, ippopotami, giraffe, rapaci; requisiti minimi (dimensioni delle strutture e altre caratteristiche) per le specie non oggetto di divieto; notifica della domanda di attendamento anche ai controinteressati (per esempio le associazioni animaliste); obbligo di seguire corsi di formazione per il personale addetto agli animali; presentazione di un piano d’emergenza in caso di fuga di animali e di un piano alimentare.
Sono alcune delle disposizioni contenute nella proposta di regolamento comunale “Tutela del benessere e rispetto dei diritti degli animali, nei circhi e nelle mostre itineranti” elaborato dalla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, che verrà proposto a tutti i comuni italiani affinché possano recepirlo. Il lungo e dettagliato articolato sostanzialmente vieta l’utilizzo degli animali selvatici in questo tipo di spettacolo. Il testo infatti si rifà alle linee-guida della commissione istituita presso il ministero dell’Ambiente, riconosciute anche dalla giurisprudenza come punto di riferimento per il mantenimento degli animali nei circhi e nelle mostre itineranti. In sostanza dà attuazione alla raccomandazione sul divieto di detenere specie in via di estinzione o non gestibili e impone, per quelle non oggetto di divieto, requisiti minimi. Ad esempio, nel caso dei camelidi detenuti in strutture interne, 3 x 4 metri quadrati per ogni individuo, lettiera e oggetti che possano catturare l’attenzione degli animali oppure, se la struttura è esterna, 300 metri quadrati fino a 3 esemplari, 150 per le specie domestiche come lama o alpaca. Il circo che vorrà attendarsi in città dovrà anche dimostrare che il personale ha seguito con profitto un corso qualificato di formazione professionale sulla cura degli animali.
Il circo è anche tenuto a presentare un piano alimentare per le specie ospitate che risponda alle diverse esigenze fisiologiche e nutrizionali e – aspetto di particolare attualità dopo la morte della giraffa Aleksandre – un piano di emergenza in caso di fuga degli animali ospitati. “Il piano – specifica il regolamento – deve essere concordato con il veterinario referente per la struttura, al fine di garantire l’adeguatezza dei sistemi da adottare e dei farmaci veterinari necessari per l’eventuale sedazione degli animali”.
“Nelle more di una necessaria riforma in Parlamento per abolire del tutto gli spettacoli con animali – spiega l’On. Michela Vittoria Brambilla a nome della Federazione italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente – è importante fissare regole molto severe a tutela dei “protagonisti involontari” dei numeri da circo, mettendo le amministrazioni al riparo da possibili ricorsi. Ma l’obiettivo resta uno soltanto: scrivere la parola fine alla tortura psicologica e fisica che viene imposta agli animali nei circhi per l’incomprensibile divertimento del pubblico. Uno spettacolo diseducativo che vede povere creature spogliate della propria dignità e ridotte all’ombra di loro stesse. Il tempo del circo con gli animali è davvero scaduto. Ed è solo salvando gli animali dal circo che potremo tutelare la vera arte circense, fatta da acrobati, trapezzisti, giocolieri ed altre meravigliose prove di abilità, che nulla ha a che vedere con la tortura di povere creature strappate al loro habitat naturale”.
L’on. Brambilla ha quindi ricordato che, secondo la legge 337 del 1968, i circhi con animali ricevono finanziamenti dallo Stato – attraverso il FUS che è gestito dal ministero dei beni culturali – e che, negli ultimi 7 anni, questi sono stati pari a 42 milioni di euro. Una realtà che l’ex ministro del turismo intende rendere nota agli italiani: “i contribuenti, già provati in questo difficile momento, devono sapere che i loro soldi vanno a finanziare le torture imposte agli animali nei circhi”, ha detto. Per scardinare questo meccanismo, la Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, nei giorni scorsi, ha scritto al ministro Ornaghi, chiedendo che con DM stabilisca nuovi criteri di assegnazione di tali fondi, escludendo i circhi che detengono animali.