PROSTITUZIONE MINORILE, ON. BRAMBILLA: “RISORSE ADEGUATE E NO ALLO ZONING”. “DIFFERENZA DONNA” IN COMMISSIONE INFANZIA: DEFINIRE IL PIANO ANTI-TRATTA

La sollecita definizione del Piano nazionale anti-tratta con l’assegnazione di “adeguate risorse economiche” per garantire “un sistema articolato di intervento e di prevenzione” con particolare riferimento “alla condizione dei minori e delle minori”; periodici percorsi formativi per gli operatori sociali e sanitari, le forze dell’ordine e la magistratura sulla tratta degli esseri umani e in particolare lo sfruttamento sessuale dei minori; dare la massima diffusione e visibilità, sui siti istituzionali, agli atti internazionali in materia di tratta, sfruttamento sessuale e prostituzione dei minori e sui diritti dei minori nel sistema giudiziario; promuovere la cooperazione transnazionale con le autorità e le organizzazioni non governative “dei principali paesi di origine dei minori e delle minori coinvolte nella prostituzione in Italia”.

Sono alcune delle proposte avanzate dall’avv. Ilaria Boiano, rappresentante dell’associazione “Differenza donna” durante l’audizione davanti alla commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, nell’ambito dell’indagine sulla prostituzione minorile. L’associazione critica “le politiche di repressione e controllo dell’immigrazione irregolare” che negli ultimi anni avrebbero precluso “di fatto” ai soggetti più vulnerabili la richiesta di aiuto alle autorità. Pressoché “nulla” è giudicata l’attività di identificazione delle minori come vittime di tratta “da parte degli operatori sanitari”. Eppure, secondo Eurostat, poco meno di un terzo delle donne vittime di tratta in Italia sono minorenni, provenienti per lo più dall’Europa dell’est e dalla Nigeria e a loro volta costituiscono solo il 7 per cento dei minori “coinvolti sul territorio italiano in sistemi più o meno organizzati di sfruttamento sessuale”.

“Sono dati impressionanti – commenta la presidente della commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza, On. Michela Vittoria Brambilla – che ci parlano di un fenomeno ancora troppo sottovalutato. Invece di proporre la “zonizzazione” nelle grandi città, legittimando di fatto la prostituzione, o di contare i proventi delle attività illecite per “ingrassare” il Pil, sarebbe ora che il governo finalmente sbloccasse il piano anti-tratta. Per riconoscere e tutelare le vittime di questo odioso commercio ci vogliono risorse sufficienti e l’impegno costante di tutte le articolazioni dello Stato”.