SPECIE PROTETTE, BRAMBILLA: “PAZZESCO PENSARE A DEPENALIZZAZIONE”

E’ “pazzesco, assurdo e inaccettabile” derubricare da penale ad amministrativa, come propone di fare il Pd, la sanzione prevista per chi abbatte, cattura o detiene mammiferi o uccelli di specie protetta. Al contrario, non solo deve rimanere la sanzione penale, è necessario raddoppiare le pene almeno per alcune specie (lupo, orso, stambecco, camoscio d’Abruzzo, muflone sardo). Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla (FI), presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, che ha predisposto una proposta di legge in tale senso.

Nel mirino dell’ex ministro c’è  innanzitutto l’emendamento al collegato ambientale, all’esame della competente commissione del Senato, riformulato dal relatore Stefano Vaccari (Pd), che vorrebbe punire con una semplice sanzione amministrativa da 774 a 2.065 euro l’uccisione, la cattura e la detenzione di esemplari delle specie protette elencate nell’art.2 della legge sulla caccia. Per intendersi, si parla – tra gli altri – di lupo, orso, martora, cervo sardo, lontra, puzzola ma perfino di animali come la foca monaca e di tutte le specie di cetacei, di uccelli quali il pellicano, il tarabuso, la spatola.

“Ammazzare un orso e cavarsela pagando 774 euro: sembra, per non dire di peggio, il prodotto di un colpo di sole – spiega la parlamentare animalista – ma non è stagione. Viene quindi la tentazione di collegare l’emendamento Vaccari allo stesso clima (politico) che potrebbe garantire la “non punibilità” di molti reati a danno degli animali, se saranno confermate le anticipazioni sulla forma definitiva del decreto legislativo in materia, all’esame del Consiglio dei ministri di oggi.  E’ evidente: la tutela, anche penale, degli animali non interessa affatto né al governo né alla maggioranza parlamentare”.

E’ pronta però una controproposta, a firma della stessa Brambilla: raddoppiare le pene, sia detentive che pecuniarie, per chi uccide, cattura o detiene esemplari di lupo, orso, stambecco, camoscio d’Abruzzo, muflone sardo. Secondo la proposta, i colpevoli rischieranno da  sei mesi a due anni di carcere e l’ammenda da euro 2.034 a euro 12.294. “E non un buffetto – conclude – come immagina qualcuno nel Pd”.