“Da domani sarà di nuovo “via libera” al massacro: animali uccisi, escursionisti impallinati, campagne e boschi invasi da caricature di Rambo in mimetica, ma c’è una grande novità: gli italiani sono sempre più stanchi della caccia e determinati ad alzare la voce, per difendersi dall’arroganza e dalla violenza dei cacciatori”. Pieno sostegno alla manifestazione contro la caccia indetta oggi a Brescia è stato espresso – anche a nome della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente – dall’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. “A pensarci – commenta la parlamentare – sembra incredibile: a dispetto della dichiarata opposizione da parte della stragrande maggioranza degli italiani -una collettività nazionale che è peraltro il solo “proprietario” del patrimonio faunistico – prevalgono sistematicamente gli interessi clientelari di una minuscola lobby, meno di 700 mila persone, per lo più anziani, che però ha dalla sua l’industria delle armi e delle munizioni e tiene in pugno le giunte e i consigli regionali, mai così attivi come quando si tratta di produrre leggine pro-cacciatori. Invece di tutelare e gestire responsabilmente la fauna, gli amministratori si affannano a garantire in ogni modo “il diritto di strage”. Ma tutta questa arroganza ci costa cara. In materia venatoria, l’Italia ha già incassato parecchie sentenze sfavorevoli della Corte di Giustizia europea per l’ostinata deregulation delle Regioni: in qualunque momento la Commissione potrà rivolgersi nuovamente ai giudici per chiedere sanzioni: multe che graveranno su tutti noi, ma che metteremo in conto ai soli responsabili!”.
“Forte di questa stessa arroganza -prosegue la Brambilla – il sempre più piccolo esercito delle doppiette domani potrà “divertirsi” ad ammazzare migliaia di animali”. Tutto ciò nonostante gli appelli, non solo di animalisti e di ambientalisti, per ottenere almeno un rinvio a causa della siccità estiva e della conseguente distruzione di preziosissimi habitat, nonostante la nota dell’Ispra inviata a tutte le Regioni per chiedere “provvedimenti restrittivi” dell’attività venatoria e nonostante i richiami di due ministri. “A maggior ragione dunque – conclude l’ex ministro – dobbiamo far sentire la nostra voce. La voce di chi vuole tutelare il diritto degli animali a vivere, il dritto delle persone a godersi in pace la natura, il diritto dei proprietari a non far entrare questi “Rambo in pensione” a fare stragi sui propri fondi”.