“Quella delle bambine stuprate da coetanei a Caivano è una storia di degrado materiale, morale e culturale maturato nel tempo, tra proclami, rimasti sulla carta, dei governi precedenti e sostanziale assenza delle istituzioni”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. “È sconfortante – prosegue – constatare che, nelle aree più a rischio delle nostre città metropolitane, non esiste o non funziona una rete di protezione dei soggetti più deboli, come i ragazzi e le donne, e che dal 2015 la quota del 30 per cento del Fondo per l’infanzia e l’adolescenza, riservata ai progetti delle 15 maggiori città italiane, ammonta in tutto a circa 28 milioni, la maggior parte dei quali destinati a Roma Capitale (21,7 per cento) e a Napoli (16,3 per cento). Rispetto alle esigenze, che vicende come quella di Caivano mettono “improvvisamente” in luce (ma si sa benissimo come stanno le cose), purtroppo sono briciole. Certe ferite non guariscono da sole, l’ambiente che la mamma di una delle vittime definisce “un inferno” è destinato a restare tale, se lo Stato non si fa sentire: con la forza, certo, per contrastare l’arroganza dei clan, ma anche e soprattutto con l’impegno costante per rendere almeno decente e vivibile l’ambiente sociale e garantire i diritti di tutti, a cominciare dai soggetti più deboli. Il governo – conclude l’on. Brambilla – ha fatto e farà molto per la famiglia, sono certa che non lascerà sole le famiglie dei ragazzi che vivono in contesti come quello di Caivano: occorre un investimento a lungo termine per contrastare il degrado morale e culturale che purtroppo fa da cornice a queste realtà”.