“Il Movimento animalista saluta con gioia il ritorno in Italia di Iceberg, la cagnolona che ha rischiato di essere soppressa in Danimarca solo perché appartiene ad una razza proibita in quel paese: il dogo argentino. Siamo lieti di aver dato un contributo determinante, lavorando insieme con Enpa e la sua presidente Carla Rocchi, alla mobilitazione internazionale che ha indotto il Parlamento danese ad escludere i cani degli stranieri dall’applicazione della legge sulle cosiddette “razze pericolose””. Lo ha detto oggi l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista, commentando il rientro in Italia di Iceberg con il suo proprietario Giuseppe Perna.
Ad attenderli all’aeroporto di Fiumicino c’era un folto gruppo di animalisti e di militanti del Movimento, guidati dal responsabile centro studi Rinaldo Sidoli che ha seguito l’intera vicenda rimanendo in quotidiano contatto con Perna. “E’ una vittoria di tutti”, ricorda Sidoli. “Il Movimento animalista è stata l’unica forza politica a seguire Giuseppe Perna in tutte le fasi di una battaglia difficile, dall’esito non scontato. Ringraziamo le tantissime persone, oltre 417 mila, che hanno firmato la petizione del Movimento perché Iceberg avesse salva la vita e potesse ritornare in Italia, ringraziamo l’on. Brambilla che per lo stesso scopo ha scritto al ministro danese dell’Ambiente, ringraziamo le forze dell’ordine che ci hanno scortato in aeroporto per evitare a Iceberg ulteriori stress. Le abbiamo dato il regalo più bello la libertà e la possibilità di tornare tra i suoi affetti e nella sua famiglia, dov’è amata e non respinta come un pericolo pubblico. I suoi salti di gioia sono per noi la più bella ricompensa. Perché si rimettano dalle fatiche del viaggio, Iceberg e il suo proprietario saranno ospiti a Roma, per qualche giorno, del Movimento animalista”.
“Non esistono razze pericolose – conclude l’on. Brambilla – solo proprietari irresponsabili. Il Movimento animalista si impegnerà a livello europeo per favorire in ogni modo il superamento di legislazioni restrittive basate sull’appartenenza degli animali a razze ritenute pericolose. Si tratta di un pregiudizio senza alcun fondamento scientifico, che proprio per questo non può ispirare delle leggi. Occorre lavorare, invece, sul principio del possesso responsabile e sull’educazione dei proprietari”.