Sospendere cautelativamente l’importazione di cuccioli di cane e di gatto dai Paesi dell’est europeo, anche aderenti all’Ue, e avviare un’approfondita verifica sull’efficacia dei controlli che dipendono dal ministero della Salute. Lo chiede con una lettera al ministro Renato Balduzzi l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che oggi ha presentato l’iniziativa alla stampa. “Non possiamo più tollerare – spiega l’ex ministro del Turismo – che il nostro paese sia una meta abituale per il traffico dei cuccioli dall’est, un reato che si regge sulla complicità di troppi “operatori” italiani e che indigna le nostre coscienze. Questi poveri cuccioli arrivano in Italia per chissà quali vie, con un’età inferiore a quella prevista dalla legge, malati o pieni di farmaci per nascondere le malattie contratte durante gli interminabili viaggi, venduti a caro o carissimo prezzo e molto spesso destinati a morire in pochi giorni. Una tragedia che coinvolge le tante famiglie italiane che, dopo averli acquistati ignare della provenienza, li vedono perdere la vita con grandi sofferenze. Il fenomeno ha assunto proporzioni allarmanti ed io non sono più in grado di quantificare le denunce che i cittadini hanno presentato alla mia associazione. Perciò chiediamo al governo un provvedimento cautelativo, l’unica soluzione possibile a questo punto. E alle persone che decidono di prendere con sé un cane, dopo averci pensato molto bene, chiediamo di recarsi tranquillamente in un canile, dove potranno trovare il loro più caro amico senza incorrere in truffe”. I motivi della richiesta sono spiegati dettagliatamente nella lettera. “La legge 201 del 2010 – scrive l’ex ministro dl turismo – che è stata approvata dal governo Berlusconi, ha avuto, tra gli altri, il grande merito di individuare il reato di traffico di animali da compagnia (art.4) e l’illecito di introduzione nel territorio nazionale di animali da compagnia (art.5), facendo emergere una realtà di abusi e maltrattamenti in precedenza pressoché ignorata”. Dopo due anni di applicazione, tuttavia, il fenomeno appare oggi in tutta la sua gravità. “La tratta dei cuccioli dai Paesi dell’Est (soprattutto Slovacchia, Romania e Ungheria) – continua la lettera – si è rivelato uno dei business più redditizi per organizzazioni transnazionali di criminali senza scrupoli. Nel 2011, primo anno di applicazione, sono stati sequestrati centinaia di cuccioli, nell’anno successivo, 2012, gli animali sequestrati alla frontiera sono stati migliaia, dei quali 7-800 solo negli ultimi tre mesi. Praticamente non passa settimana senza che gli organi di informazione non riferiscano di nuovi casi e nuovi sequestri. Quasi sempre si tratta di cuccioli piccolissimi, con passaporti contraffatti all’origine, strappati alle madri senza che sia gli stata quindi effettuata la profilassi vaccinale, duramente provati da lunghissimi viaggi, imbottiti di farmaci per “coprire” le loro reali condizioni di salute, “forniti” da intermediari disonesti a “normali” esercizi commerciali i cui titolari spesso “chiudono un occhio” o tutt’e due. La frequenza dei casi e la costanza della fattispecie lasciano supporre che il numero di animali posti in vendita senza avere i requisiti di legge sia molto elevato. E desta particolare allarme il fatto che importatori autorizzati, già sorpresi con animali troppo giovani e dai passaporti falsificati, continuino a svolgere indisturbati la propria attività”. Di qui la richiesta al ministro di sospendere l’importazione e di avviare la verifica sull’efficacia dei controlli. Solo nelle ultime settimane, in operazioni condotte dalle forze dell’ordine insieme con il responsabile vigilanza della Leidaa, Antonio Colonna, sono stati sequestrati a Torino, Sarno, Napoli e Nola circa 70 cani, alcuni dei quali -in rappresentanza dei loro fratellini meno fortunati – hanno partecipato alla presentazione odierna con l’on. Brambilla. L’ultima operazione – due interventi contemporanei coordinati dalle Procure di Nola e Napoli all’inizio della settimana scorsa – si è conclusa con il sequestro di 21 cuccioli, palesemente di età inferiore a quella legale per l’immissione in commercio, e la denuncia di due persone: una di Nola, che gestiva l’attività illecita presso un negozio molto noto, e l’altra a Napoli, in un esercizio commerciale del centro della città. I reati ipotizzati sono traffico e commercio illegale di animali d’affezione, truffa, falso ideologico, maltrattamento e uccisione di animali. Le indagini sono ora concentrate sull’importatore dei cani sequestrati con sede ad Aversa (CE) ma anche sulle autorità competenti incaricate di effettuare i controlli. Per tre dei 21 cuccioli non c’è stato nulla da fare, gli altri versano in gravi condizioni.
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