Egregio Sig. Presidente, io l’ho sinceramente ammirata quando si è dichiarato disgustato per quel turpe mercato di voti che si era aperto prima che decidesse di rimandare il governo al Parlamento.
Concordo sul fatto che nessuno Le ha proposto valide alternative, però la richiesta perentoria fatta a Prodi di tornare al Senato con una sua maggioranza politica autonoma mi ha stupito ed indignato: è stata un’istigazione a proseguire in quel turpe mercato di voti che poco prima aveva condannato.
Ora Prodi torna da Lei senza la maggioranza politica da Lei richiesta, e con un traditore in più: è questo che può dare lustro al Governo della Repubblica Italiana? Un governo fondato sul tradimento?
Ma il punto cruciale è che non è cambiato nulla rispetto al recente passato: il Governo non ha, come invece Lei aveva richiesto, la maggioranza politica in Senato: la maggioranza politica è costituita da un numero di Senatori ELETTI pari alla metà più uno dei componenti dell’Assemblea. Faccia due conti anche Lei, Egregio Sig. Presidente. Prodi sarebbe dovuto tornare da Lei con molti più traditori nel carniere. La maggioranza politica di Senatori eletti è costituita infatti da 161 Senatori. Senza il contributo determinante dei Senatori a vita questo governo non ha maggioranza in Senato. Lei, Sig. Presidente, ha dimostrato di essere un uomo d’onore ed ha il dovere di essere coerente con la richiesta fatta a Prodi, e che Prodi ha disatteso.
Lei, Sig. Presidente, dovrebbe mandare a casa Prodi ed il suo governo che non ha raggranellato la maggioranza politica (autonoma dal voto dei Senatori a vita) che Lei aveva perentoriamente richiesto.
La saluto col rispetto dovuto alla carica che riveste.
Adamo