
BRAMBILLA PRESENTA IL PROGETTO DELLA VIA FRANCIGENA
Pubblicata il 26 Novembre 2009Di seguito il discorso pronunciato il 26 novembre dal ministro del Turismo, on. Michela Vittoria Brambilla, alla conferenza stampa di presentazione del progetto della Via Francigena
Sono molto lieta di potervi presentare un progetto turistico davvero importante che tocca le corde dello spirito e affonda le sue radici nella storia del nostro Paese. Siamo qui per illustrare un percorso unico che, dalla Valle d’Aosta fino a Roma, attraversa gran parte dell’Italia. Un itinerario che coniuga la dimensione religiosa con quella paesaggistica, storica e culturale.
Si tratta dell’antica Via Francigena, la strada dei pellegrini che da Canterbury portava a Roma, una delle più importanti vie di comunicazione europee in epoca medioevale.
Da sempre questo percorso ha attirato un flusso enorme di penitenti, pellegrini, credenti, che su quelle strade hanno ritrovato la loro dimensione religiosa, ma soprattutto hanno anche scoperto paesaggi, architetture, borghi e tradizioni uniche al mondo.
Ed è proprio in questo quadro che il Ministro del Turismo da alcuni mesi si sta impegnando. L’obiettivo che ci siamo prefissi è proprio quello di rivalorizzare nella sua totalità l’intera Via Francigena, riscoprendo città, paesi, territori non solo nella loro valenza spirituale e religiosa, ma anche ambientale, architettonica, culturale, storica, enogastronomica e sportiva. Insomma, il nostro scopo è quello di fondere in un viaggio indimenticabile l’unicità del turismo che io amo definire ‘dello spirito’ con quello più classico e conosciuto.
Ma vi è innanzitutto una forte ragione che ci porta a sostenere e promuovere un turismo dello spirito: io intendo valorizzare e dare impulso al turismo religioso nel nostro Paese, anche in quanto occasione unica per fare conoscere ai turisti di tutto il mondo la nostra storia cristiana e le nostre radici cattoliche, i valori in cui crediamo fermamente e che difendiamo con orgoglio.
Dunque, lavoriamo affinché, attraverso un funzionale sistema di sinergie con le amministrazioni pubbliche, si possano ampliare percorsi e destinazioni del turismo religioso.
Ed è assai importante che il pellegrino che viaggia o arriva in Italia possa visitare le molte località del territorio che, anche sotto il profilo storico e monumentale, sono di grande prestigio. Insomma un mix di arte, cultura, storia e religione che può dare non solo indubbi profitti al turismo, ma anche ripristinare quell’invaso di valori e di tradizioni che si stanno purtroppo perdendo e che, invece, devono essere preservati per tutelare, nel tempo, quella che era e deve continuare ad essere la vera identità del nostro Paese.
La Via Francigena è un pratico esempio di cosa si possa realizzare, in Italia, su questo versante. Perché si dà finalmente al turista la possibilità di vivere, in prima persona, la storia millenaria in cui affonda le radici il nostro Paese.
Perché è con questo tipo di offerta che il turista può, da un lato, arricchirsi di straordinarie e forse inedite emozioni e, dall’altro, accrescere il bagaglio delle sue conoscenze. Tutte cose che, su questi due versanti, il turismo di superficie non riesce, invece, purtroppo ad offrire.
Proprio perché il mondo è in perenne e convulsa trasformazione, il rischio di poter perdere la propria identità, tanto da non aver più conoscenza nemmeno di quelle che sono le proprie radici, è ormai divenuto per molti una quasi quotidiana costante.
Ma senza radici, senza storia e senza valori, è difficile costruire le basi del proprio futuro.
Considerando che il turismo religioso muove mediamente 330 milioni di turisti ogni anno, generando una spesa turistica stimata sui 18 miliardi di dollari, di cui 4,5 spesi nel nostro Paese, mi sembra di poter dire senza dubbio alcuno che il progetto sulla Via Francigena è sicuramente anche un buon investimento per l’economia italiana.
Solamente in Toscana, l’itinerario prevede un percorso di 400 chilometri regolato da un piano regionale che individua le infrastrutture da realizzare, tutte a impatto ambientale zero, in modo da dare la giusta visibilità all’antico sentiero di pellegrinaggio.
In questi mesi i nostri uffici hanno iniziato a contattare per questo straordinario progetto oltre alle Regioni, alle Province e ai Comuni interessati, anche i parchi nazionali, le comunità montane, le associazioni di categoria, e vi assicuro che è un lavoro che si sta, giorno dopo giorno, sempre più consolidando.
Ottocento anni di storia verranno riportati alla luce seguendo un itinerario che prevede numerose tappe nelle quali i viaggiatori potranno fare sosta per ammirare chiese antichissime, conoscere le nostre radici cristiane, i nostri valori cattolici, ma anche per godersi la magia della natura e del paesaggio.
Il Master Plan a cui si sta lavorando si propone di competere con l’omologo Cammino di Santiago, che vede transitare ogni anno centinaia di migliaia di pellegrini-turisti-escursionisti. È però necessario che il percorso sia ben segnalato a partire dalla grande viabilità, fino agli itinerari escursionistici percorribili in sicurezza, attrezzati con punti di sosta, informazioni ed accoglienza, e con strutture ricettive adatte ai pellegrini e ai turisti. Occorre individuare percorsi a piedi, per le auto, per chi voglia combinare itinerari a cavallo e in bicicletta.
Oggi il turismo dello spirito è principalmente legato alle persone adulte, infatti il 94% dei turisti italiani e stranieri che trascorre una vacanza nelle destinazioni del turismo religioso del nostro Paese, ha più di 30 anni. Purtroppo i giovani al di sotto dei 20 anni sfiorano solo la percentuale dello 0,4%. Dobbiamo invertire questa tendenza con una nuova offerta giovane, dinamica e coinvolgente, ed è proprio in questa direzione che ci stiamo impegnando per riportare alla luce un percorso unico e di grande valore.
La motivazione religiosa incide ancora in maniera limitata sulle scelte di vacanza degli italiani, basti pensare che nel 2009 i turisti del nostro Paese che hanno svolto un pellegrinaggio religioso sono stati 638 mila; di questi, 389 mila sono rimasti in Italia, mentre 248 mila hanno scelto santuari e mete religiose estere. Al pari di altri prodotti turistici, anche quello religioso ha subito una contrazione dei consumi. La nostra azione è pertanto diretta a dare un nuovo e forte impulso al turismo dello spirito. Oggi la Via Francigena, con i suoi ottocento anni che trasudano storia, cultura e religiosità, rappresenta un’offerta di dimensione europea che ben si coniuga con la missione e le finalità che si prefigge il Ministero del Turismo, fondendosi perfettamente con la valenza spirituale e turistica del nostro Paese.