Dal primo gennaio, per i titolari di partita Iva, c’è l’obbligo di effettuare i versamenti fiscali e previdenziali attraverso il modello F24 telematico. «La giustificazione di questo provvedimento» spiega Elio Lannutti, presidente Adusbef, Associazione difesa utenti servizi bancari, finanziari, postali e assicurativi, «è quella di semplificare gli adempimenti fiscali e di controllare meglio i conti dei contribuenti, per combattere l’evasione. In realtà si andrà a complicare la vita di molte persone che, non sapendo usare Internet, saranno costrette a pagare degli intermediari che facciano per loro i versamenti. E poi, secondo noi, la lotta all’evasione non si fa con il “grande fratello”, non si fa con la schedatura dei cittadini mediante la tracciabilità bancaria. Questo governo si sta comportando come il maggiordomo delle grandi banche: abbiamo calcolato che i loro guadagni aumenteranno di 1,3 miliardi di euro all’anno! No, la lotta all’evasione si fa con il meccanismo delle deduzioni: ogni cittadino, anche chi non ha partita Iva, dovrebbe poter dedurre tutte le spese che fa. Se mi rivolgo a un professionista e questo mi chiede 80 euro in nero o 100 fatturati, io non ho interesse a dargli 20 euro in più, se poi non li posso detrarre». Posizione critica di Lannutti anche sul ticket al pronto soccorso per i codici bianchi, in vigore in tutta Italia dal primo gennaio. «Non solo consideriamo vessatorio questo ticket, che peraltro esisteva già in dodici regioni. Siamo contrari anche all’obbligo di pagare un contributo per le visite specialistiche. Questa finanziaria così com’è non va. Abbiamo fatto i conti: costerà alle famiglie italiane 425 euro all’anno in più. Se poi aggiungiamo le nuove tariffe ferroviarie, potremmo arrivare anche a oltre 500 euro».