Pensare in questi termini vuol dire ribadire che attrarre turismo significa puntare sulle motivazioni, sulle attività e sui servizi. E qui affrontiamo la seconda tematica.
Il passaggio da un turismo per destinazioni ad un turismo per motivazioni comporta il bisogno di moltiplicare le tipologie di prodotto offerto e, allo stesso tempo, di specializzare sempre meglio le figure professionali finora coinvolte nel processo produttivo tradizionale.
La plurispecializzazione è necessaria per rispondere ad un turismo più esigente ed evoluto e porta alla inevitabile richiesta di nuovi ruoli e di nuovi addetti, o meglio alla valorizzazione ed al rinnovamento di figure professionali tradizionali.
Il turismo verde e naturale sarà ad esempio il pretesto per formare nuove figure come addetti all’accoglienza ed alla animazione, accompagnatori di turismo equestre, guide naturalistiche, esperti di turismo ambientale, della flora e della fauna, tecnici di agriturismo, tecnici addetti alla progettazione e realizzazione delle aree verdi, e così via.
Il turismo di montagna può portare soprattutto alla valorizzazione degli operatori, e tra questi in particolare le guide alpine, verso professionalità in grado di far fruire il territorio e le proposte culturali e sportive nel miglior modo possibile. In questo appare necessaria una maggiore attenzione delle politiche turistiche verso una vera formazione e la possibilità di ricambio delle risorse umane, ma anche un abbattimento degli ostacoli soprattutto burocratici per l’esercizio delle professioni. È necessaria quindi chiarezza sui ruoli e le figure professionali per aiutarne lo sviluppo e per valorizzarne le competenze.
Pertanto oggi è sull’offerta di servizi sempre più specializzati e soluzioni di nicchia che deve puntare l’offerta turistica e la ricerca di professionalità. Contemporaneamente però è necessario da parte delle Pubbliche Amministrazioni interrogarsi su come facilitare una maggiore apertura all’inventiva imprenditoriale che nel turismo troppo spesso è bloccata da vincoli legislativi distanti dalla realtà dinamica del mercato.
Su questi aspetti grande è il lavoro che Voi Guide Alpine portate avanti. È grazie a voi che abbiamo sentieri curati, segnalati, seguiti e sicuri. È grazie a voi che la cultura della montagna si perpetua. È anche grazie a voi che i turisti possono godere della montagna più nascosta, e sempre grazie a voi che molte vite vengono salvate.
Pensare al vostro lavoro solo in termini di “guida” sarebbe un sostanziale errore, perché il vostro caso è sintomatico del discorso fin qui fatto. Non si può pensare al ruolo della guida alpina dimenticando il valore culturale della vostra professione. Non si tratta di diventare accompagnatori turistici, non si tratta solo di portare turisti in cerca di emozioni in alta montagna, ma si tratta soprattutto di riconoscere il vostro ruolo centrale di portatori della cultura della montagna. Si tratta di considerarvi come chi ha la conoscenza della montagna e può e deve trasmetterla all’ospite. Si tratta di aiutarvi ad espletare un compito così importante, per far conoscere e rispettare le nostre valli e le nostre delicate e amate montagne.
Come ho detto prima, la competizione delle nostre destinazioni turistiche si vince grazie ad una serie di componenti, non è solo il prezzo o una tariffa ad attrarre un turista, è soprattutto la capacità di far vivere fino in fondo e far apprezzare la cultura della montagna a chi ci sceglie.
E ora arriviamo al terzo punto, quello che mi piace di più perché mi permette di fare qualcosa e di intervenire affinché il turismo finalmente in Italia possa prendere il posto che merita e cioè quello di un settore economico primario per lo sviluppo del nostro sistema Paese.
Oggi ho ascoltato le vostre istanze, così come nei giorni e mesi passati ho concentrato la mia attenzione ad ascoltare le istanze delle imprese e dei territori. Ora posso cominciare a dare delle risposte, a lavorare affinché vi possa dare delle risposte.
Prima di tutto rispetto alle figure professionali turistiche, aprirò un canale di concertazione con le Regioni, in sede alla conferenza Stato Regioni. Questo perché nonostante si possa attribuire ai poteri dello Stato e del Governo la possibilità di legiferare per definire gli albi professionali e le nuove figure professionali, ho intenzione di lavorare in sinergia con le Regioni, per evitare innalzamenti di scudi e barriere che non faciliterebbero anzi ostacolerebbero le vostre richieste. È mia intenzione stimolare le Regioni a concordare su una semplificazione e una contemporanea definizione chiara dei ruoli e delle competenze, per evitare sovrapposizioni di figure di difficile comprensione per il turista ospite. Il convegno di oggi mi dà l’occasione e lo spunto per aprire questa nuova linea di lavoro con le Regioni per tutte le professioni turistiche.
Per quanto riguarda invece le richieste di aiutarvi ad essere più competitivi nei confronti delle destinazioni montane oltre confine, vi posso assicurare che è una mia linea prioritaria lavorare per migliorare la competitività delle nostre imprese e dei professionisti quali voi siete. Ho intenzione di istituire immediatamente una commissione di lavoro su queste tematiche presso il mio dipartimento ed un colloquio interministeriale per capire quali leve si possano attivare per incentivare, sviluppare e migliorare le performance degli operatori, anche attraverso leve di incentivazione fiscale. Adottando ad esempio possibili misure per contrastare una crisi annunciata ma soprattutto per migliorare e permettere di sviluppare efficacemente questo comparto economico fondamentale per il nostro futuro.



