E questa credo che sia proprio una delle differenze che c’è tra noi e loro. Noi non ignoriamo i problemi, noi li affrontiamo convinti che soltanto in questo modo chi ha la responsabilità di governo, una responsabilità datagli dai cittadini, lavora per il bene e il futuro del nostro paese.
Una spesa pubblica che assorbe il 50% di tutta la ricchezza che produciamo non è sostenibile. Non lo era ieri, lo è ancora di meno oggi in un momento come quello che stiamo vivendo, di crisi globale.
Ecco il nostro dna, quello che fa del Popolo della libertà una forza politica assai diversa dai partiti del passato è questo. Partiti, tra l’altro, che con il loro modo di comportarsi, alla ricerca soltanto del consenso, hanno moltiplicato per otto volte il nostro debito pubblico dal 1980 al 1992.
Abbiamo prodotto per troppi anni più debiti che ricchezza, abbiamo fatto più deficit che servizi efficienti, più burocrazia che sviluppo, insomma più parole che fatti.
Ora questa crisi ci impone di dare un taglio a questo tipo di gestione della spesa pubblica e io sono convinto che gran parte dei cittadini, quei cittadini con cui voi in questi giorni vi confronterete, gran parte di questi cittadini abbiano capito l’importanza e il significato di questa svolta che, bisogna ricordarlo come prima cosa, non produrrà nessun aumento della pressione fiscale, nessun aumento delle tasse. Anzi, favorirà la ripresa con una serie di misure che sarà proprio vostro compito illustrare e che vorrei anche qui ricordare sommariamente.
Abbiamo introdotto la di vantaggio per il Mezzogiorno che consentirà alle regioni del Sud di modificare, di ridurre le aliquote Irap fin dove sarà possibile, con un ventaglio di esenzioni, deduzioni e detrazioni per tutte quelle che saranno le nuove iniziative imprenditoriali.
Un’altra innovazione è l’azzeramento della burocrazia in alcune aree del Sud dove chi vorrà aprire una nuova impresa potrà rivolgersi ad un solo sportello dal quale potrà ottenere, in tempo reale, tutte le necessarie autorizzazioni. Sarà il Prefetto a gestire questo sportello, sarà un commissario con speciali deleghe. Comunque invece di andare in non so quanti uffici, uno dietro l’altro, ed avere dei tempi infiniti per poter arrivare ad aprire che so un ristorante o un negozio lo si potrà fare in un solo giorno con un solo interlocutore.
Ci sono poi dentro la manovra vantaggi fiscali, amministrativi e finanziari per tutte quelle aziende che, come prevede la nostra Legge sullo Sviluppo, possano far parte di Reti di imprese riconosciute e avranno anche dei vantaggi nella richiesta e nella concessione di crediti da parte delle banche.
Come è anche importante, direi, dare corpo a quello che è il contratto di produttività che il lavoratore stipula con la propria azienda, il quale contratto lega gli aumenti retributivi ai risultati dell’azienda e prevede una tassazione agevolata per chi ha un reddito non superiore ai 40 mila euro l’anno.
E poi una cosa importante ed innovativa. Stiamo studiando con il Ministro Tremonti una misura rivoluzionaria, un grande piano di liberalizzazioni, a cominciare dal rafforzamento della libertà di impresa prevista dalla Costituzione, un piano che possa prevedere, per un arco di tempo da decidere, la totale autocertificazione per le piccole e medie imprese e per l’artigianato. Cioè tu apri un’impresa senza chiedere autorizzazioni. Ex post arrivano i controlli e se tu hai osservato le leggi non avrai nulla da temere ma intanto in un giorno ti sei aperto la tua impresa. Il Parlamento potrà ovviamente introdurre delle modifiche in questa manovra ma deve essere anche chiaro però che i saldi di bilancio che sono previsti dalla manovra, cioè quelli che portano un taglio di bilancio di 24, 9 miliardi in due anni, non potranno essere modificati neppure di una virgola.